Pègaso - anno V - n. 2 - febbraio 1933
130 S. Benco maro, è cosa d i curiosità storica p i ù che d i pregio poetico; pure la c i t t à ha tra i suoi vescovi i n quel secolo i l famoso Pietro B o – nomo, letterarissimo, d i famiglia patrizia triestina, educato alla corte imperiale e cancelliere d'imperatori, e i l dolce Andrea Ra– p i d o autore del poema Histtia, la p i ù elegante operina che desse la Venezia G i u l i a nel l a t i n o del Cinquecento. I due centri letterari p i ù ragguardevoli sono Capodistria e Gorizia, e t a l i rimangono sino alla fine del secolo X V I I I . Capo– distria appartiene a Venezia, e Gorizia a Casa d ' A u s t r i a ; i n quella era patriziato p i ù imborghesito, i n questa p i ù castellano, p i ù vicino al feudale. Come i n m o l t i l u o g h i d ' I t a l i a s i t u a t i al varco delle A l p i , si avvera a Gorizia i l graduale riassorbimento d i quel germanesimo che si era spinto i n n a n z i nei tempi d i mezzo, e la cultura si colora d ' i t a l o friulano anche nei palazzi dei signori scesi u n giorno, stranieri, d'oltremonte : cultura no- b i l i z i a , tra prelati e blasonati, quasi da piccole c o r t i . A Capo– distria, dove hanno sede le magistrature istriane della D o m i – nante, si accentra sempre p i ù i l movimento intellettuale della penisoletta; n o n p e r ò tanto esclusivamente che nel Cinquecento n o n possa ostentare Pirano i l medico e geografo Goineo, e Cherso i l suo dottissimo Francesco P a t r i z i o , storico, gramma– tico e disquisitore della poesia, ariostista nel torneo critico fa– moso tra partigiani d e l l ' A r i o s t o e del Tasso. È scena i n t a n t o Capodistria della drammatica l o t t a tra i l vescovo luteraneg- giante Pier Paolo Vergerio iuniore e i l suo delatore e persecu– tore Girolamo M u z i o , « martello degli eretici », m o l t o affac– cendato n e l l ' I s t r i a , dove sono i n sospetto d'eresiarchi i l Verge– rio, i l Flacio, i l Goineo. P o i i l M u z i o si farà can d i guardia della controriforma i n varie C o r t i italiane. Padovano d i na– scita, « giustinopolitano » com'egli dice, ossia capodistriano, d i educazione e d i affezione, i l M u z i o emana certo u n cattivo odore d i cortigiano e d i fanatico, ma è pure, nelle sue eleganze d i so- nettiere, i l p i ù notevole scrittore d i versi che s'incontri nella Venezia G i u l i a fino all'Ottocento. Ancora nel secolo X V I I I Capodistria tiene nelle lettere l o scettro, e v i primeggiano, a r b i t r i del gusto, due n o b i l i amici, i l marchese Girolamo Gravisi e i l conte Gian R i n a l d o C a r l i ; quest'ultimo p o i destinato ad a l t i uffici nella M i l a n o teresiana, dove si farà valere nel circolo dei V e r r i come economista e for– b i t o scrittore. L ' A r c a d i a ha i n quel t o r n o d i tempo la sua na– t u r a i fioritura a Gorizia, aristocratico nido, i n cui i l romano • 4
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy