Pègaso - anno V - n. 1 - gennaio 1933

A . C A M P A N I L E , Battista al Giro d'Italia 125 u m i l i , coi n o v i z i , con q u e l l i che si presentano per la p r i m a v o l t a all'esame del G i r o . Si capisce che i n u n « servizio » così n o n bisogna mica portare i n t r i o n f o s o l t a n t o g l i assi, i d i v i del pedale, l o r o ce l ' h a n n o o r m a i la g l o r i a ; si t r a t t a , se m a i , d i far coraggio ai p i ù t i m i d i , d i dare una mano ai p i ù de– b o l i ; e Campanile ci si mette con t a n t o impegno a tenere su i p o v e r i n i , a m e t t e r l i i n luce anche quando la l o r o v i t a è t u t t a i n o m b r a , — e n o n i n questo l i b r o s o l t a n t o , — che se per poco dimentica i l gioco d e l l ' i r o n i a , sco– pre subito i l sentimento, u n cuore grande così. È u n f a t t o che se Campa– nile fa ridere, fa anche pensare; sbalordisce, ma p o i commuove; t u t t o va bene, ci par d'essere i n u n bel teatro; «finalmente q u i ce la spassiamo»; ma p o i ecco l ì che salta f u o r i anche i l poeta, come si dice, che n o n si ac– contenta della piacevole trovata e sul p i ù bello t i dà anche la grazia; suona t u t t i g l i s t r u m e n t i , una musica i n d i a v o l a t a , ma p o i , silenzio al grosso della banda, e resta sola la cornetta che t i dà la nota della commozione. Liberissimo da i n t e n z i o n i , liberissimo da « morale », ma insomma è u n errore credere che Campanile sia t u t t o da ridere. Se fosse così, forse n o n incontrerebbe t a n t o ; e n o n avrebbe neanche t a n t i fieri avversari; i q u a l i , n o n sapendo come prendersela, se ridere o commuoversi, n e l l ' i n – decisione s'indispettiscono perché credono che Campanile l i prenda i n g i r o . Ecco i l povero isolato, i l paria dei c o r r i d o r i ; t u t t o s o l o ; nessuno l o a i u t a ; g l i dànno poche lire e che si a r r a n g i ; pensi l u i al v i t t o , a l l ' a l – l o g g i o , al governo della bicicletta, a cavarsela nelle disgrazie, a farsi avanti quando l o dimenticano, quando l o perdono. I campioni se la passano bene, sono s i g n o r i ; g r a n d i a l b e r g h i , b a g n i , docce, massaggi, tavola p r o n t a ; e l u i niente. « L a c i t t à , nell'ora canicolare, era deserta. A l l a sferza del sole, le strade si stendevano bianche, arroventate. T u t t i erano a mangiare. A l l o r a , sotto i l solleone, ho visto aggirarsi come u n fantasma, con una pesante valigia sulle spalle, u n ciclista impolveratissimo, ancora i n maglia e m u t a n d i n e . M ' è parso d i riconoscere l ' A r m a d i l l o d i B r i n d i s i o i l C a n – guro delle Puglie. Era ancora i n cerca d i alloggio ». Questa è la grazia dello stile d i Campanile, la d i s i n v o l t u r a e la ric– chezza della sua prosa, i l suo m o d o personalissimo d i passare d a l l ' « i d i o – zia » alla commozione, e viceversa, con t u t t e le p i ù delicate sfumature. T a l – v o l t a l ' « i d i o z i a » è soltanto n e l l ' i n t o n a z i o n e paradossale; ma i l giuoco è felicissimo e son battute che n o n si dimenticano p i ù , come la scena d i B a t – tista che i n t o n a u n canto fescennino. « Sono rimasto sinistramente impres– sionato a vedere quel vecchio dai bianchi f a v o r i t i saltare come u n ossesso cantando a squarciagola. S o t t o g l i occhi del personale d i servizio, egli, sordo a o g n i richiamo, intensificava l'espressione sfrenata della sua gioia. P i ù m o r t i che v i v i , camerieri e facchini ripetevano: — M a che sarà? — Questi c a n t i fescennini, — dico, — n o n l i ha m a i f a t t i . — E i n realtà i l m i o fido servitore non aveva m a i , p r i m a d ' o g g i , i n t o n a t o canti fe– scennini. N é per i l resto della giornata ne ha p i ù i n t o n a t i » . Si direbbe quasi che i l l i b r o è stato t u t t o rifatto, che n o n è p i ù la stessa cronaca telefonata al giornale o g n i sera da una città diversa, dopo dieci ore d i corsa. Invece è p r o p r i o i l « s e r v i z i o » t a l quale; pochissime c o r r e z i o n i , nessun p e n t i m e n t o ; i l l i b r o è nato v i v o dal g i o r n a l e ; u n capi– t o l o o g n i sera e p o i , arrivato al traguardo, appena i l tempo d i raccogliere g l i u l t i m i a p p u n t i e d i mandare i n tipografia i r i t a g l i degli a r t i c o l i . « U n tempo, — leggiamo nella lettera prefazione ad E r m a n n o A m i -

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