Pègaso - anno V - n. 1 - gennaio 1933
D . C I N E L L I , Mio padre I 2 I contenta » ) ; e la p r i m a v i t a livornese del padre; e le gite con l u i ai vecchi poderi d i f a m i g l i a ( n o n p i ù suoi) sopra E m p o l i . I n t a n t o a Signa i l cre– scere concorde della casa e della fabbrica e del paese, come una cosa sola. « A una cert'ora due u o m i n i d i casa si mettevano dalle due p a r t i del cancello e la brigata dei mendicanti sfilava. A o g n u n o si faceva l'elemo– sina, ai t e m p i dei t e m p i era u n d u i n o , p o i f u u n s o l d o ; ma quando si davan due s o l d i n o n si raggiungeva quel t a n t o che veniva d i s t r i b u i t o p r i m a i n centesimi : anno per anno i poveri scemavano. U n bel g i o r n o n o n ci f u p i ù bisogno d i u o m i n i al cancello; i p o c h i che ancora venivano andavano alla p o r t a d i casa. E i n t a n t o d i n t o r n o si costruiva, si orga– nizzava i l paese, si aprivan botteghe, si alzavano fabbriche, case ». Que– sta f u la n o b i l t à della f a m i g l i a . C i n e l l i n o n scansa i r i c o r d i p i ù suoi e che g l i possan dolere : le tappe per cui anche l u i d i v e n t ò uomo. E si rivede giovanetto, d i ritorno a Signa dai p r i m i g r a n d i v i a g g i . . . . « u n periodo particolarmente odioso d i ri– serbo e d i superbia » ; « ero i l g i o v a n o t t e l l o petulante, d i ritorno dalle m e t r o p o l i al suo piccolo paese, che trova t u t t o arretrato, provinciale, me– schino ». I l senso pieno della v i t a (quella umana « simpatia » che oggi è forse i l suo maggior dono d i scrittore) anche per l u i f u una conquista. E ci sono beni e piaceri che forse si godono soltanto dopo che si sono persi. Così i l r i m p i a n t o della v i t a borghigiana dell' 800 (del resto così comune e quasi banale nella recente letteratura toscana) i n queste pagine d i C i n e l l i per i l colore d i i d i l l i o che h a n n o , per la tristezza presente che stanno a nascondere, trova u n accento n u o v o e p i ù veramente poetico. N o n è ora i l « colore » che l o fa parlare; ma p r o p r i o i l r i m p i a n t o dell'età felice e perduta che g l i r i p o r t a alla memoria i l teatro e le filarmoniche i n – v e r n a l i d i Signa, e l o z i o Beppe alla recita della Gioconda, e dopo le fiere d i settembre la banda la sera e i l f i t t o passeggio per la via del paese; « i n quelle incantate sere che l'estate, r a g g i u n t o i l suo p i ù a l t o fiorire, n o n può p i ù che prendere i l verso d i ripiegarsi su se stessa e aspettare che passino anche i g i o r n i p i ù b e l l i con già l'amaro i n bocca della vecchiaia che viene ». E quelle strade maestre d i ieri che oggi n o n sono p i ù . « Si p u ò dire che, a tempo m i o , ho v i s t o perdersi la poesia della strada. N o n è p i ù la strada maestra che andava l o n t a n o coi suoi vagabondi e g l i spacca– pietre s u l l ' o r l o , sotto i l riparo d i frasche, e le belle curve che si addentra– v a n o nelle pinete d e l l ' A n t i n o r o con u n gusto d i mistero; non son p i ù le strade affocate d'estate coi barrocci t r a b a l l a n t i sulle rotaie e i barrocciai assopiti d i sole a diacere sul carico; le strade d i Maremma biancheggianti d i polvere d i e t r o alle greggi m i g r a n t i intafanate n e l l ' a f a ; o i l refrigerio della pioggia quando la polvere impasta e sa u n odore v i o l e n t o come d i prata che ardono nella calura. L ' a s f a l t o ha coperto e la velocità ha i n – goiato la strada. A l l o r a la strada aveva spazio nella v i t a e tempo.... ». Così i l l i b r o , senza perdere i l suo carattere p i ù personale e d i me– m o r i a , i n certe pagine si allarga, prende campo, diventa anche i l ritratto del tempo. E v i resta al centro i l padre operoso e sereno v i c i n o alla sua fabbrica, che sa comprendere anche i tempi e g l i operai che cambiano, a n – che i figli che crescono diversi e magari già contrastano con l u i ; e per « la fabbrica » e per t u t t i provvede e fa p i ù che n o n dia a vedere. « L o r o erano meno consci dei l o r o stati d ' a n i m o che per questo contavano m e n o ; contava l'azione, come nei r o m a n z i del tempo ».
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy