Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

730 U. Ojetti Provi a leggere questo sonetto due volte in un anno, ed ella che da sé si chiama ,sensibile, può darsi che giunta al verso ,ch'io non penso esser mai se non felice, una volta sorrida e un'altra volta sospiri. L'amico lib1:o si sarà adattato all'umore di lei con una prontezza che negli uomini è rara. Badi: non ho fatto questo esempio per indurla a leggere il Petrarca. Per adesso, se le piacciono, come m'è parso, i romanzi d'avventura 1 anzi quelli polizieschi, •si legga i romanzi polizieschi. L'importante è ch'ella leg·ga ,solo ciò che le piace; che legga un poco ogni giorno, e non parta. in viaggi.o senza portar•e con sé un libro o due; che si formi una sua piccola libreria coi libri che più le sono piaciuti,· e la tenga, non in una sala perché gli altri la ammirino, ma nella sua stessa camera come un segreto suo. A rivederseli così vicini, soli con lei, cinquanta o cento in fila, ella farà talvolta un esame di coscienza ed E)scluderà quelli che l'hanno divertita soltanto per un'ora e dei quali poco o niente ricorda, e conserverà quelli soli che, a riaprirli, l'hanno ripresa e quasi le hanno rievocato il giorno, l'ora e l'umore con cui l'ultima volta li aveva letti. Ripeto : il segreto per prendere gusto alla lettura è trattare, e anche maltJ.'attare, un libro come fosse un amico in carne e ossa. Gli uomini, specie gli scrittori, arrivano di rado a questa intimità coi libri anche più cari. Invece, vedere un essere vivo in ogni oggetto è il proprio delle donne cordiali come ella è, perché le donne hanno d'or– dinario più fantasia e comunicativa di noi; e se questo si dice anche dei fanciulli, non se n'offenda ma se n'insuperbisca. È che donne e fanciulli sono più creduli e più mobili, più vicini cioè alla natura o, se la parola le pare più limpida, a Dio. Quando apre dunque un romanzo o una storia qualsiasi, si proponga subito di prendere interesse, più che alle peripezie dell'intreccio, alla coerenza e al rilievo dei caratteri. Faccia come se si mettesse a parlare con una persona. È li, di faccia a lei, sullo stesso divano, e le parla e gestisce, si ,confida o tace, si ritrae o s'avvicina. Che tipo d'uomo o di donna sarà mai ? Ella lo ascolta, lo guarda, lo studia. Se non capisce, le faccia ripetere quello che ha detto, torni cioè indietro e rilegga una pagina. Così ,s'abitua a leggere più attentamente e lentamente di quanto ha fatto ·finora. Quando le contraddizioni sono troppe e la figura o le figure, nonostante l'attenzione, svaporano e si confondono, ·chiuda il libro e l'abbandoni. PotJ.'à essere una con– danna ingiusta; ma ella non ,è un critico, è una lettrice. Per abi– tuarsi a questa ricerca ·della naturalezza e della logica d'un personag– gio, cominci anzi a leggel'e del teatro: Molière, per esempio, o Gol– doni, e poi Shakespeare. Nel teatro i personaggi, essendo in movimento hanno più corpo e rilievo. ' È vero che adesso, a udire taluni critici e sopra tutto taluni autori, anche al teatro s'hanno da evitare i caratteri definiti perché sono quasi un residuo delle maschere fisse della vecchia commedia e invece nella vita ogni uomo è uno, centomila, nessuno. Non ci badi. È una moda che passa, e neHe più pirandelliane commedie di Pirandello i pochi per- BibliotecaGino Bianco

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