Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

L'Andreana 723 maschio ~he invece di contrattare il pesce alla riva gli piacesse di suonare 11 suo bell'istrumento, che so, il violoncello, il contrab– bassQ? - Il contrabbasso .... - mormorò la ved'ova incuriosita ricor- -clandloche la 1Màlgari le aveva parlato, oltre che del brodetto in scatola e dei piccioni della conserva, di certi suoni non proprio angelici che uscivan dalla bella casa di lui. - Il vostro Evardo suona il contrabbasso? - Il contrabbasso, - ripeté lui con repentina fiocaggine rivolto alla ragazza che non aveva ancor messo una parola. - Un cliavo– lone grosso cosi. Allora il brav'uoni.o che aveva sempre parlato degli affari altrui e mai di sé, mai del suo lutto, della sua vedovanza, delle sue tri– stezze di cittadino e di padre, allora egli aperse il suo cuore e parlò: parlò di quel suo strampalato figliolo che invece di contrat– tare il !Pesce alla riva se la spassava con quel diavolone panciuto del contrabbasso. Il povero padre se la prendeva con lo stesso paese che andava pazzo, guardate un po', per la musica, e con gli stessi pescivendoli che si credevan tutti tenori e baritoni e con quei -quattro o cinque figlioli di pescivendoli che s'eran votati ciascuno a uno strumento, prima che Evardo svelasse la sua vocazione : per via di quella famosa e non lontana scuola di Pesaro che accoglieva tutti i pa,zzoid'i. Ora la mamma, pace all'anima sua, aveva deside– rato che il suo Evardo andasse agli studi, ma in paese quando si dice studi si dice musica, si dice cantare e ballare, e ai ragazzi si guarda per tempo se han le labbra grosse o sottili, ché labbra grosse significano trombone o bombardone e labbra sottili oboe, flauto, ottavino, e non si sa come fu (se non perché le dita parvero subito forti, da leoncello contrabbassista) che fra tanti strumenti quel ragazzo balordo aveva scelto [Proprio il contrabbasso altrimenti detto liron. Nondo si rivolse ancora una volta alla ragazza chie– dend'ole fiocamente se avesse mai visto un liron. Questo discorso del contrabbasso, col quale si finì la serata, sbi– gottì e divertì le due donne. La madre s'accorse che in virtù di que– sto liron imprevedibile il gran protettore entrava finalmente nel– l'intimità della casa, aveva trovato il modo di sfogarsi, di parlare all'Anita, di farsi benvolere, amare, capire. Ora sapevan bene come bisognava prenderlo q_uell'uomo, di che bisognava parlargli, di che bisognava farlo parlare. (« La musica)), diceva la figliola: « il liron)), faceva eco la madre). E che il brav'uomo si fosse reso conto delle difficili condizioni delle due povere donne in virtù della confidenza ispiratagli e anche in virtù del liron, le due donne s'accorsero subito il giorno dOII)O quando il solito graveolente Chilazz recò a nome del suo padrone BibliotecaGino Bianco

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