Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
Pagliari Augusto, mio amico 685 naglie ! - Ci scavalcò, cor.se alla porta: lo sentimmo precipitarsi giù per le scale. I soldati mi trascinarono di peso nel vicolo. All'angolo si fer– marono e mi chiesero una sigaretta. Dicevano : - Quel vigliacco è fuggito, ma lo ritroveremo. Di te non sappiamo che farne. - Tre se ne andarono, rimase quello dall'occhio pesto che s'accasciò sulla neve. Ivan Siméonovich riapparve all'indomani. Si buttò subito a dormire un ·sonno di morte. Quando si svegliò, andò a lavarsi in · cucina. Gioconda gli buttaJVa catinelle d'acqua sulla testa. Egli mugolava nella barba, si ficcava le dita nei capelli, si grattava la nuca. Mentre s'asciugava, ripeteva: - L'hanno pagata cara. Usci senza dire altro, ma sentimmo che non sarebbe più ri– tornato. Il vicolo sembrava ogni giorno più solitario e lontano. Non vi arrivava nè un colpo di fucile n~ un grido. La rivoluzione pareva camminasse in una strada pa.r;Ì,llela e lo avesse dimenticato. Nelle stanzette dell'ultimo piano vivevamo quasi in silenzio. Si parlava a bassa voce. Luisa· mi trattava con tenerezza come un figlio scontroso. Sentivamo il bisogno d!i stare uniti in quella quiete grigia cbe ci sembrava una conquista nostra lenta e fati– cosa. Eravamo stanchi. L'affetto che ci legava doveva essere ogni giorno più vivo ,se non osavamo più discutere del domani. Gio– conda sola serrandosi contro di me, disse una volta con voce chiara guardando Pagliari : - Gregorio dovrà pure· lasciarci. Della rivoluzione pareva fossero rimaste nel nostro vicolo sol– tanto le prime invocazioni fraterne. Mi sentivo povero e sperduto come Luisa e Pagliari, uguaJe a loro. E cercavo la mano di Gio– conda con pena, sapendo che sarei dovuto partire. Della partenza informai soltanto Pagliari, lo pregai di non dir nulla alle donne. Ci trovammo alla stazione. Non avevo dor– mito e mi dolevano gli occhi ; dicevo : - Ci rivedremo presto in Italia. - Pagliari m'aiutava a portar le valigie e taceva, come stroncato dal peso. S'arrestò un istante a prender fiato, mormorò: - Sa, ho deciso di sposare Luisa. C'erano sulla piattaforma compagni rumorosi. 1 Mi chiesero: - Ohi è l'uomo che t'aecompagna? - Sen:z;a sorridere dissi: - Un mio fratello. Allora Pagliari senza fare u:i;i. cenno. s'allontanò sùbito col suo passo liscio: lo vedevo andarsene un po' curvo col bavero e il ber– retto di volpe rossa, come quelli dei !Poveri. ...... 81blrotecaGino Bianco
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