Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
Pagliari Augusto, mio amico 679 mento le si attaccava ,sulle ossa. Sulla tavola un fornello a spirito , che faceva bollire una tazza di latte. La stanza era illuminata -soltanto da una luce azzurrognola che ballaJVa sul soffitto. Parlai stord:i.to del lungo viaggio, dell'angoscia della nostra vita, della gioia di dimenticarla. · Luisa moderava sul tavolino la fiamma azzurra. Diceva : - Pa– gliari non mi ascolta più, è un altro uomo. Era ricco e si sta ro– -vinando. Aspettava che l'interrogassi per alleggerirsi il cuore. Ma la porta s'apri ed entrò una ò'onna gio;vane che si sedette accanto a noi senza [)arlare. Mi guardava curiosa e pur senza sorpresa come :s'attendesse di trovarmi lì, a quell'ora. - Buona sera. - In quella luce i nostri visi si consumavario. Allora andai ad accenò'ere il Jume. - Jt Gioconda Marchetti, - disse Luisa : - Romana anche lei come Augusto. Ha cantato a Bari e a Firenze, doveva cantare a Mosca, ma è venuta la rivoluzione. Abita qui con noi nella stanza fo fondo. Pagliari esce la sera quando Giocond'a rientra. - Gio– conda era bruna e robusta con due seni dluri sotto la camicetta <lti seta. - Gioconò'a ha talento, - mi dice Pagliari, - ma oggi non Je serve, oggi ci vuole altro per vivere; cosi ·è diventata l'amante di Ivan Simeonovich, quello che chiamano Zerkin, uno dei· Com– missari del Popolo. È Ivan che mi ba chiesto di darle una stanza. I suoi compagni lo guardano con troppa diffidenza percb'egli possa tenerla con sé. È una brava ragazza. · - Pagliari dovrebbe cambiar vita, - mi dice Gioconda: - D'ac– cord'o con Ivan ha aperto una casa da gioco: un affare d'oro. Io ci passo qualche ora del giorno, Pagliari ci passa le notti. Ha guadagnato quel che ba voluto col bar, poi s'è messo a giocare, lui che non nveva toccato una carta in vita sua. Poi s'è innamo– .rato. Sta perd'endo tutto, pace e danaro. - Luisa [)iange. - Ivan -è furioso, dice che finirà male. Ma lo consiglia ancora e lo aiuta, ,empie questa casa d'ogni grazia di Dio. Una sera sentii la voce di Ivan arrivare dalla stanza di fondo. Luisa muoveva una seggiola per coprirla e la voce arrivava sin– ,copata e più dura. Adesso, prima di andar da Pagliari d'ovevo soffocare in me un -senso di sospetto e di dubbio. Più ancora mi tratteneva la fiducia .che Luisa mi dimostrava e il timore delle sue confidenze. Talora • BibliotecaGino Bianco
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