Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

670 L. Chiarini Da !Parte sua lo Zumbini scriveva al Chiarini : Oredo che tu desideri sapere, e io sento come dovere il farti sapere, che l'impressione ch'ebbi della risposta del Cardueci fu ottima, perché l'egregio amico volle essere non solo temperato, ma largo ancora di lodi a me che, nello scrivere, ero riuscito, contro le mie intenzioni, un po' al– tero e duretto. Del Borgognoni, poi, mi preme ben poco; ma avrebbe fatto meglio ad essere un po' più concludente, un po' meno vuoto, o: almeno, un po' meno frivolo. Sento che potrei ribattere gli argomenti del 0ardu0ci; ma non ispaventarti ! Non replicherò per non annoiare te~ i lettori del tuo giornale e me stesso. E forse fece meglio a non irrit8!re oltre il Carducci che già aveva. scritto al Chiarini: « quel Bernardino con la sua pedanteria dolcia– stra fa perdere la pazienza ». Prima di chiudere questa breve storia d'un giornale il quale ha avuto la sua importanza nel mondo letterario e carducciano, mi pare: giusto (oltre gli argomenti e i temi già citarti) d'are una rapida scorsa a quello che può dirsi l'archivio di redazione. E mi sarà con– cesso, senza la pretesa di voler rilevare inediti di importanza let– teraria, di spilluzzicare qua e là in qualche lettera. Certi a,ccenni e ta1uni piccoli spunti possono servire a meglio illuminare, dal IPUnto di vista psicologico, quel mondo letterario dell'ultimo quarto del secolo scorso. Quello che più colpisce in ,cotesto mondo è il senso dell'onestà e– del dovere: l'amore grande per gli studi non messo mai in funzione di lucro. Le piccole miserie, i debitucci, le richieste pressanti di compenso che ritornano così spesso, fanno sentire l'atmosfera grigia di quelle mod'estissime abitazioni di çui la casa del Oarducci, che– ognuno conosce, è un esempio. Si rivedono, forse, i pantaloni lu~tri,. le giacche di orleans, i polsi sfilacciati. Un mondo un po' trito ed angusto, se si vuole, ma popolato di nobili fantasmi, 1permeato e costruito da infaticabile lavoro, rasserenato daile sane gioie della famiglia. Tutta quella serena povertà era ricca .soltanto di libri.. Nello studio, tra i libri, era la sola ricchezza di ciascuno. Ma veniamo alla corrispondenza; ecco cosa rispondeva il Pascoli all'invito di collaborazione rivoltogli : Illustre Signore, creda che io sono più peritoso che superbo di ri– trovarmi nella cosi buona compagnia ch'EHa avrà raccolto intorno a sé; e se non fidassi nella graziosa cortesia del padron di casa, non mi farei innanzi tra tanti spiriti tranquilli, io povero ingenuo provinciale e selvatico. Né quello che posso dare è forse conveniente al giornale: perché, come suo, mi fa diffidare delle mie forze; come domenicale mi fa dubitare delle 'mie intenzioni. Io vorrei, nella gazzarra di questa' mo– dernità ciarliera e soddisfatta, ragionare discretamente d'antichi nomi BibliotecaGino Bianco

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