Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932
I,. Chiarini zoni sul Capitcin Fmcassa del Gautier, un bozzetto del De Amicis, un saggio di Michele Lessona su Edmondo Buhm e rassegne e rubriche varie. L"uscita del nuovo giornale e i propositi bellicosi manifestati · dal Direttore spiacquero ai confratelli domenica-li tanto che il se– condo nnmero portava una scherzosa Errata-corrige in cui si di– ceva, tra l'altro : .... Ultimi venuti, noi starem paghi a raccogliere le briciole che avan, zeranno alle mense dei grandi signori che primi invitarono al ban– chetto della letteratura il popolo d'Italia: e se potremo con queste bri– ciole impedire che qualche disgraziato fratello nostro muoia di fame letteraria, ci parrà d'aver fatto opera non inutile interamente. Ma nel numero 3 il Carducci in quel Soliloquio che tutti cono– scono, ribadiva con termini crudi e viva-ci il proposito del Fra– cass,1, di ·mangiarsi i confratelli e assorbirsi i loro associati e 1ettori, giacché qUE,sta era una necessità: morale come ogni ne– cessità vera. Necessità di far chiudere molte di quelle « case di coltura)) dove le ,Muse italiane venivano sempre fecondate e non partorivano mai. <~uando il Carducci !Pigliava gusto a picchiare, picchiava sodo : proseguiva, infatti, l'articolo con frizzanti sferzate ai letterati, agli scultori, ai pittori, ai musicisti, ai quali diceva: « Già, di musica italiana moderna, a me non piace c'he quella d'elle trombe dei ber– saglieri)). E forse quelle «trombe)) volevan dire che il nuovo gior– nale aveva intenti patriottici e civili in mezzo a, una letteratma che già vagheggiava l'arte per l'arte. A proposito del quale SoU- · Zoqiiio e degli attacchi in esso contenuti contro il Bonghi, lo Zum– bini scriveva in una lettera al Chiarini : Intanto non posso tacermi dal dirti una cosa. Il Soliloq-uio del Car– ducci ha fatto vivo dispiacere a quanta gente d'ingegno e di cuore io mi conosca e qui e a Firenze, donde mi hanno scritto paroochi. Ed è naturale. Vogliamo o non vogliamo, il Bonghi è uomo maraviglioso; è l'ingegno più colto, più versatile che oggi viva in Italia. Tale è creduto qui generalmente; tale all'estero, dove l'ho sentito q.ire coi miei orec– chi le mille volte. La sua, poi, ·è una 'nobile vita: leggere e scrivere da che è nato; vita onorata fin dalla sua prima giovinezza, dall'esilio e da' lavori stupendi. Quanti della vecchia e della nuova generazione pos– son vantarsi di due titoli come quelli ? Or che pare a te che parlandosi di un tal uomo, si giunga ad essere irriverenti fin verso la sua canizie? Tu mi conosci e jntendi da, che sen– timenti io possa essere mosso; ma sappi ancora che, dove il Carducci io l'amo, il Bonghi è appena mio conoscente. E non dico altro. Nel secondo numero il Chiarini consigliava i lettori di leggere le Memorie di Vincenzo .Maisner, oscuro e dimenticato negoziante di libri, morto in Milano nel dicembre d'el 1883, che per la lealtà e BibliotecaGino 81anco
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