Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

748 U. NEBBIA, Arte navale italiana Uoo NIDBBIA, Arte navale italiana. - Istituto italiano d'arti grafiche, Bergamo, 1932. L. 150. Il pittore Previa.ti, non si sa bene se per svista materia,le o per biz– zarria di artista, scambiò i titoli di due suoi quadri. Uno rappresentava certe galere con l'ampio palamento in voga, e fu design:1to come « ca– ravelle pisane»; l'altro, ove troneggiavano delle navi a vela dall'alto cassero come « galere genovesi>>. 1 titoli sono rimasti cosii invertiti anche 1~elMuseo che ora ospita quelle due tele eù i visitatori passano a centinaia e nessuno rileva l'errore. Questo significa che, eufemismi a parte, la conoscenza della ma– teria navale in Italia è ben scarsa, anche in ambienti di gente aperta ~cl ogni forma di coltura, anche fra quegli studiosi che si oecu.pano di storia e di arte antica, anche fra gli archeologi che per i loro lavori medesimi possono trovarsi nella necessità di dover avere almeno delle idee chiare in proposito. L'ultimo esempio è quello delle navi di Nemi. La solita scusa che, nell'urgenza del bisogno, ci ·si può sempre pre– parare alla meglio ricorrendo nd un libro od a un trattato, qui non può valere: libri del genere non ve ne sono e, incredibile a dirsi, a tutt'oggi non abbiamo una vera e propria storia della Nave in Italia. Venezia e Genova hanno un passato marinaro, che tutti, più o meno, cono– scono; hanno un passato marinaro anche la •roscana e Napoli, il Lazio e la Sicilia; memorie di quel passato ve ne sono e di ogni sorta, ma nessuno si è ancora sobbarcato a portare a fondo le indagini relative. Si ,è spilluzzicato un po' l'argomento ma poi, forse anche perché ,sin dal primo assaggio la materia appariva paurosamente ricca e vasta, non si è andati oltre le monografie, gli opuscoli e le trattazioni parziali. Lo Jal pubblicò nel 1840, nella sna Archéolog'ie navale, i più antichi co– dici italiani che poté trovare, sia per la costruzione navale sia per le ordinanze e leggi e consuetudini di bordo. Altri studi hanno compiuto il Fincati, il Prasca ed il Del Giudice ed il padre Guglielmotti infine, nella sua Storia della Marina Ponti-fì.cia, ha chiarito, su documenti, molti punti ancora oscuri su certi tipi di navi e sul loro armamento. L'opera di sintesi però ancora non c'è: e neanche quella più modesta che giovi a dare un primo orientamento. L'ottimo Dizionario marino e militare del Guglielmotti dà delle definizioni esatte, ed è già molto, ma non ha illustrazioni e bisogna quindi avere una discreta coltura marinara per poter raffigurarsi con precisione e sicurezza ciò che vi •si legge. Sicché se oggi qualcuno, tro- - vato a,d esempio un quadro dove c'è una nave con certe vele e certi alberi, volesse sapere che tipo di nave il pittore ha ritratto, non ha a disposizione un repertorio ragionato o un prontuario illustrato. Peg– gio poi se dalla Nave, o dai suoi precisi particola,ri tecnici, si voglia cercare di ricavare la datazione del quadro. Sarebbe questa possibilis– sima e logica cosa ma, - diversamente da come si fa, ad esempio, in Inghilterra, - i documenti navali nostri non sono ancora né ,studiati né pubblicati, e non ci possiamo permettere quindi di fissare le date « anfe qiwm >>o « post quem >> in maniera certa. Né qui, da noi, può aver molto valore la considerazione che le Navi sono fabbriche a ca- BibliotecaGino Bianco

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