Pègaso - anno IV - n. 12 - dicembre 1932

742 L. Ginzburg È signi.ficativo, invece, l'impaccio che non ·riesce a superare Leonov, mentr'era proprio lui, l'autunno se.or.so, che sembrava il più sicuro cli sé, quando fece certe sue dichiarazioni sugli « alleati» a un congres.so– di scrittori : come se ci fosse un conflitto fra le sue preferenze lette– rarie e le sue preoccupazioni ideologiche. La sobria energia,, che lo soc– corre quando descrive i rapporti fra Uvadjev, uno dei nuovi intellettuali venuti dal popolo, e la forzuta ed indomabile madre sua Varvara, sù– bito lo abbandona ,se egli •si sforza di contrapporre studiatamente un selvaggio e quasi ignorato monastero, sepolto nelle inospiti macchie del– l'estremo settentrione, presso il fiume Sot', all'impresa industriale che rifornirà di carta mezzo mondo. Così, anche la cronaca del vicino vil– laggio, - rivalità d'affari e di prestigio, innamoramenti, vizi .segreti, - è troppo spezzettata per esser gustosa; né il colorito locale delle espres– sioni riesce a, creare un pittoresco convincente: sempre per la mancanza. d'un significato che non dipenda dal valore episodico di questo o quel contrasto rappresentativo. E la crel:!,zione ingiustificata culmina na– turalmente nella figura del bieco .sabotatore Vissariòn, che sotto la luna fa discorsi pazzi a Suzanna Renne, la giovane rivoluzionaria a cui do– vette la vita quand'era ufficiale dell'esercito bianco, e ora lo ritrova monaco sfratato, e ignoto a tutti, occupato in umili mansioni presso, l'impresa industriale che l'ha fatta ca,pitare lassù. Ben altra sincerità poetfoa traspare dal cupo resoconto dell'inondazione, che, a primavera, mette in forse lavori e propositi, e vuole la sua vittima innocente in una bambina. È la virile atmosfera del piano quinquennale, in mezzo a cui spicca Uvadjev, con le sue vittorie sull'indeci:sione degli uomini e le sue sconfitte dinanzi alla fralezza delle donne: persona artistica, ma. con qualcosa di tipico e di storico, che è davvero nella tradizione del ro– manzo turghenjeviano. In confronto a lui e ai ,suoi pari la figura di Pavlik_ov, che emerge nel romanzo di V,s. Ivanov, è di un'umanità tanto– libresca, che pe11finol'autore .se ne accorge, se fa esclamare alla sorella, già pronta a morirne: - La nostra disgrazia fondamentale, genetica, per cui è avvenuto tutto quest'alterco, è che la nostra famiglia è troppo libresca, e io più di tutti. - Constatazione che non basta a giustifi– ca,re V,s. Ivanov, come non basta soggiungere che son geniali i di– scorsi d'un qualche personaggio per ritenere d'aver introdotto un genio in un ronµi,nzo. Solamente Pilnjak, come s'è visto, non tenta il ritratto dell'uomo nuovo; né le sue descrizioni delle opere create dal piano quinquennale potranno mai servire alla propaganda, dato che anch'esse s'adornano di quel suo stile .sinfonico, a motivi ricorrenti e abili variazioni, e di quel suo vocabolario pieno d'improvvisi ammicchii: sì che bisogna essere let– terati per vedervi tutto quello che c'è da apprezzare. Ma il suo proposito di risolvere il problema della famiglia nuova, certo sotto l'influsso d'un recente scandalo politico-letterario, è stato accusato, in Russia, di spi– riti borghesi: l'anno prima di pubblicare a Mosca il romanzo sul piano, quinquennale, Pilnjak all'estero aveva lasciato stampare da emigrati un– racconto, Il mogano, che in patria gli aveva fatto passar parecchi guai. Adesso Pilnjak potrebbe risponderé d'aver voluto superare tanto le vecchie ipocrisie borghesi, come gli altrettanto borghesi timori d'una im– pensabile dissoluzione totale della famiglia per opera del comunismo. BibliotecaGino Bianco

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