Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932
Autunno sul Brenta 579 che è un saggio gentile sa bene che la felicità non può esser divisa con nessuno ; o non è vera felicità.· Fine di giornata, a Stra. ·Grandi nuvole purpuree si gonfiano e s'accavallano sul bosco ne– reggiante; il prato e la vasca, lunghi lunghi, vaporano oro nell'aria umida; gl'ippocastani allineati in faccia al tramonto disegnano nette le loro cupole fulve, di rame, entro l'azzurro illanguidito. Al fondo, il palazzone dei Pisani, cosi stranamente bianco e freddo, !Pare un puro gioco di. luce, quasi la fantasia lunatica d'un mago barocco. Ripenso gli interni percorsi poco fa, e ho l'impressione d'aver passeggiato un tempo incalcolabile entro una finzione d'i specchi che si ripetano l'un nell'altro all'infinito. Le cento sal"' che s'inse– guono a quadrato in fuga continua; la penombra verde d'acquario che si stende e s'impasta su gli ori svaniti, le sete stinte, i velluti spelati; il silenzio senza mutamento e senza attesa; e quegli spettri di !Principi, di re e di favorite regali che non possono trovar pace nei letti .ammuffiti nè attorno alle glaciali tavole di marmo, e s'aggirano di sala in sala, povere anime in pena: codeste cose io non so già più se le ho viste o le ho sognate. Sotto il trionfo tiepo– lesco del salone centrale (nuvole, angeli, virtù, industrie, arti, dolori della !Guerra e delizie della Pace, tutto che gira in un vento vorticoso e splendente attorno ad un fanciullo attonito) ho ben visto le centotredici dame veneziane che i Pisani raccolsero in ònore di Gustavo III di Svezia (correva l'anno 1784, e fu l'ultima grand'e festa della casa magnifica) : tutte belle, e tutte morte .... Adesso, a riguardarlo da fuori, da lontano, fatto di gelo sotto il cielo fiammante, il palazzo mi pare a,dmrittura « il grande e ricco ostello>> d'Atlante, ove il conte Orlando si smarri una volta, inseguendo il maliardo simulacro d'Angelica; e vi fece i più ina– spettati incontri : El mentre or quinci or qUJindiinvano il passo Movea,_pien di travaglio e di pensieri, Ferraù, Brandimarte e il re Gradasso, Re Sacripante ed altri cavalieri Vi ritrovò, ch'andavano alto e basso, Né men facean di lui vani sentieri; El si rammaricavan del malvagio I111visibilsignor di quel palagio .... Ma il parco meraviglioso è solo solo, coi suoi Deucalioni e Orfei e Lede e Vertunni e Pomone di pietra grigia, accennanti di tra il folto dei bossi. Per i viali non s'incontra creatura vivente nè spi– rito di tralPassato, all'infuori del fantomatico ispettore, che gira BibliotecaGino Bianco
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