Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

AUTUNNO SUL BRENTA. Tra settembre e ottobre, nei giorni brevi che il cielo df Venezia è una immensa corolla di convolvolo a,zzurro, e l'aria è molle e dolce come la polpa d'ella rpèsca, ecco che mi prendono anche a me, <l'improvviso, le smanie per la villeggiatura. « Olà, che pensi ? », dico a me stesso, come la sposa allo sposo nel s_ermonedi Gasparo Gozzi : « Tempo è da villa .... A che si dorme <lunque ? >>. E subito m'imbarco, dalla riva delle Zattere, sul vaporetto di .Fusin11. Smontato in terra ferma, mi fa,ccio portare dal tram a una -stazione qualunque, - la Malcontenta, la Mira, Stra, Noventa; - .e di là torno indietro a piedi, camminando finché c'è giorno, per la strada chiara, lungo il lucido canale. A sera fatta, mi fermo a ,cenare in qualche osteria che ben so, sotto la pergola; e lì ai;,ipetto un tram c,he mi riporti al pontile di Fusina. È una villeggiatura di pochi pomeriggi e di piccola spesa, su .,cui non troverebbero a ridire neanche i rusteghi di Goldoni; ed è quella che basta perché i miei occhi abbiano la loro parte di festa, · e il mio cuore il' necessario beveraggio di malinconia; nel tempo -più bello e disperato dell'anno. Due olmi e qualche sparso ce!i1I)uglio,agitati dal vento, su una distesa di prato grigiastro, magro: a Fusiiia, veramente, non c'è <la veder altro. ,Ma per noi questo è già qualcosa, come un primo sa– luto della terra vivente, che butta erba, e· cresce alberi, e matura messi e frutta, obbediente alla legge eterna delle stagioni. Noi ve– niamo dal paese d'acqua e di sasso che non ha primavera né au– tunno, se non nella tempera mutevole e nelle nuvole vane del -suo cielo. La voglia di camminare è cosi forte che lascio partire il tram, entro il suo fischio interminabile: andrò a piedi fino alla Malcon– tenta, dove m'aspetta un fantasma di donna bella e infelice, sotto un alto portico di villa palladiana. . . ibljoteca Gino s·anco

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