Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

Catarina Mansfield 571 lette, e ha preso a camminare più svelto, :fi~hiettando .... )). « Tal– volta, se mi sveglio molto presto, - scrive all'amico Koteliansky, il dicembre 1919 dall'albergo di Ospedaletti, - odo in lontananza sulla strada le carrette che se ne vanno al mercato; E a questo suono vivo tutta la gioia del levarsi avanti l'alba; la luce blu alla finestra, l'aspetto freddo e solenne della gente, la donna che apre la porta e va un momento fuori a prender legna) l'odore del fumo e il pennacchio che s'innalza su dal comignolo. Sento l'uomo fru– stare il suo cavallo méntre con fracasso lo conduce dalla stalla in oorte. Tutto il pollame dorme ancora; grosse palle di piume. Ah quest'aria di mattino e di silenzio! E quando l'uomo e la donna sono partiti, taluno dei marmocchi salta fuori dal letto, corre a prendere un pezzo di pane quindi torna a rintanarsi nelle len– zuola calde a dividere il pane con i fratelli. Ma questo non è cbe la superficie. Centinaia dli cose avvengono in minuti dettagli. E sono cose piene di bellezza ; la voce che ha la gente prima dello spuntare del sole; la diversa vita che c'?: in loro; voi sapete! Viene da piangere .... >>. È bastato un suono ed ella ha visto tutto, un universo intero le si è svegliato dentro, l'intero universo di un racconto, e non le resterebbe, per scriverlo, che svolgere il gomitolo di cui ha già afferrato il capo. Il diario e le lettere sono pieni, in tal senso, di racconti in fiore, dirò meglio in bocciolo; ciò che dimostra, anche, come la scrittrice era ricca e quanto si spendeva. Ma dimostra sopratutto quale senso della vita, e quale adesione alle cose ali– mentavano in lei la fantasia : ed era il senso d'ella vita nel detta– glio di vita, life of life; era l'3idesione alle cose nel nascosto splen– dore delle cose. Si_veda, ad esempio, la questione critica ch'ella faceva d'ogni nonnulla; e cioè l'importanza poetica che un non– nuJla prendeva per lei; le foglie viste da una :finestra d'albergo a Mentone : « Guardavo d'uno sguardo ozioso e d'un tratto ho avuto coscienza di ciò che quelle foglie erano ~ della stupefacente li– bertà del loro disegno nell'aria - d'ella vitalità di ogni curva - e non come qualcosa di esterno a me, ma come di una parte di me - come se stendendo una mano le mie dita dovessero trasformarsi nelle foglie di un verd'e ramoscello .... >>.E l'albero incontrato su un Lungosenna, a Parigi, 13 maggio 1915: « Avevo completamente dimenticato la vita che circola dentro un albero - come esso pal– pifa e quasi liscia le sue piume - come gli estremi rami tremano, come i più bassi si dondolano con pigrizia .... >>. Gli alberi, le foglie.... Così gli uccelli, le farfalle, i suoni. le luci, gli odori, i minimi oggetti. Queste cose determinano la vera azione poetica nei racconti della Mansfield, sia pure passando per l' «interno>> dei personaggi. E il racconto ne acquista nna armo– niosa intensità, che per l'appunto tocca i più alti toni e si fa BibliotecaGino Bianco

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