Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

L' À.11dreana. 529 vorrebbe saper subito « quanto ha laRciato )) e finge d'aspettarsi le cifré più grosse, benché sappia anche troppo bene che i pescivendoli .salutano il mondo con uno sberleffo a concittadini e a parenti e non lasciano dietro di sé che canestri vuoti, pile di coffe inservi– bili. La verità è che ciascun morto aveva altrove un'amicizia, un legame : e questo, ahimè, dice tutto. La rovina dei peRcivendoli di prima categoria è quasi sempre l'amica in città : il penultimo . l'aveva a Cesena, l'ultimo (questo ottimo Zio) l'aveva a Rimini e se le cose andranno di questo passo i boriosi nostri « parznévul )) finiranno col tener l'amica a Roma o a (Milano. · Si sente dire con una certa insistenza che non c'è razza che si detesti ed abbòmini come questa dei mercanti di pesce, prima e seconda e terza categoria, e anche l'ultima categoria, cioè i « ba– zariott )), non ischerza, ma intanto quando muore uno di loro, la solidarietà non può mettersi in dubbio: anzi, anzi: l'odio diventa amore e dolore, la gelosia si muta in larghezza di cuore, le calunnie in d'olcissime lagrime di coccodrillo, e tutti quanti convergono verso l'immobilità del collega attirati dal catafalco. È uno spie– gamento di forze, il desiderio cli mostrar la potenza di tutta una cl3:sse che ha la preminenza in ipaese : e lo si nota in queste occasioni. Così si videro andare alla !'lpicciolata alla funebre casa i più autorevoli amici e nemici, gente che non vi aveya m~sso mai pied'e, gente c·on cravatta e senza cravatta, gente con oro e senza oro. Il maggiore ed anche il più moderno di tutti costoro indos– sava un abito grigio molto ben fatto e pareva volesse farsi notare appunto per questo. abito «grigio)) fra tanti di saia nera della dome– nica, delle feste da ballo, di quelli che non s'usano più. Era an– cor giovane e non aveva lui soprannome, ma lo si chiamava con nome e cognome, il cognome prima del nome: - C'è anche Sco- -lini Primo. Eccolo lì. - Bisognava lasciare il passo alla moder– nità che quasi quasi non puzza di pesce. Ohi lo direbbe un «iparz– névul )) quel damerino appena trentaquattrenni;, schifiltoso, dan– nunziano per giunta ? .Suo padre, uomo di pescheria e di conserva, non la pensava mica così, pur non dolendosi che toccasse proprio alla sua razza inaugurare una nuova èra per i mercanti di peRce, e cioè la carta intestata con tanto di « commerciante in pesce fre– sco)) (anzi, se veniva fatto di rettificare, « arrivato ora))), la penna stilografica, la macchina da scrivere, la mog·lie che si chiama << si– gnora Wanda)), il primogenito che si chiama Aligi. la bambina che si chiama Basiliola e, meraviglia delle meraviglie, la radio. Quanto al fumo, bandita la pipa, bandito il toscano, bandito anche il signo– rile virginia da accenderRi con la candela : la nuova èra vuol si– garette. E non sia detto che si trascuri qnel pappone di Bombi Ciro che d'oro forse non ne porta molto con sé, ma va a far la spesa con una 31. - Pèga.,o. Bibliotec Gino Bianco

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