Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932
Due napitoli inediti del Leopardi 521 e nobiltà della ragione e della sovrana mente nostra annebbia e lorda, e menandoseli .per bocca e non permettendo che cad'ano in dimenticanza, aiutargli a durare in eterno, come vediamo che fanno. Queste tali cose per anc6ra s' usano di fare e d'ire tra' gentiluomini, e -sono per lo più i vecchi che le fanno e dicono perocché più può ne' vecchi a pro del falso l'ostinazione e la tenacità delle opinioni antiche, che a pro del vero l'esperienza. Ed' io ho veduto di questi dì una persona nobile, per aver toccata una lucciola che un fanciul– lino avea colta e così sùbito per festa recatale, soffiarsi nelle mani e scuoterle e fregarlesi forte, dicendole un'altra persona nobile che presente era, come il toccar lucciole fa venire porri alle mani. Vero è che queste d'ue persone nobili poteano mettere insieme da cento– cinquanta anni di vita fra ambedue. Ma non è però a credere ché questi cotali errori non sieno d'altri che dei vecchi, imperocché questi nostri vecchi sono pure stati giovani, e da giovani anzi d'a fanciulli e non da vecchi si sono intricati in questi errori. E però essendoché bisogni levarsi dell'animo che il mondo stia ora in sul rinnovella-rsi, la qual cosa dovrebbe essere stata molto innanzi d'ora e infinite volte perché tutti gli uomini di tutti i tempi sempre hanno creduto,.che succedesse al tempo loro; e così che gli errori essendo vi,'3suti per tanto spazio sani e vegeti, di subito sieno morti o debbano fra pochi dì morire come per uno accidente d'apoplessia; però ci conviene stimare che i fanciulli d'oggi con poco o niuno divario dai passati s'intridano nella mota d'egli errori vecchi e vol– gari, la quale, come quella che sommamente appiccaticcia e tegnente è, non isperino che mai li lasci affatto se ciascuno per se non istu– dierà di sbrattarsene e nettarsene, spastandolasi e scuotendolasi d'intorno e lavandosene con molta cura. Il che dovrebbe fare con– sid'erando prima quanto gli errori sieno per natura pericolosi e pre– giudizievoli a chi che sia, dopo quanto specialmente sconvengano e stiano male ne' gentiluomini gli errori de' bamboli e del popolazzo, come cli sopra è detto: e di questa cosa facilmente s'accorgeranno, perché le persone savie e assennate avvengaché sopportino e an– che permettano ai gentiluomini che non sieno dotti né eruditi, pure vogliono che le loro menti non a.vendo vesti né insegne come i corpi, almepo per lo dispregio delle credenze ridicole e storte si possano discernere daUe plebee, e non potendosi, gli hanno a vile e per ordinario non si curano della loro compagnia se pure non la fug– gono, né badano alle loro parole, e talvolta eziandio non possono far che non mostrino d'attediarsene. Queste cose io non dico per tutti, poiché non è stato mai libro di uomo che abbia riformato il mondo, ma dicole solamente per te o Lettore mio buono. Non t'aspettare che io ti faccia il maestro e ti venga insegnando a parte a tParte gli errori volgari di questi dì., ché oltreché sono molti che ne hanno scritto, ei non è anche di:ffi- BibliotecaGino Bianco
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