Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

.) 518 F. Moroncini sono pochissime, contenenti l'iniziato rifadmento del Saggio 1 ); e seb– bene si tratti di cosa lasciata in sospeso, mi è parso utile e non pi-ivo d'interesse pei lettori farla conoscere, seguita da qualche forse non superflua osservazione . .... Non può alcun inganno, salvoché a qualcheduno in qualche caso e per pochissimo tempo rispetto alla grande durata del tempo che l'errore è stato e sarà nel mondo, portare mai vero giovamento agli uomini. Imperocché se fosse questo, che giovasse a credere il falso, seguiterebbene che la natura avesse errato facendo che sia quello che è bene credere che non sia, o per contrario, che non sia quello che è bene credere che sia. Ma è cosa da stolto dire che la natura cioè insomma Iddio abbia errato. E però mi pare che coloro che dicono che sia utile a credere il falso facciano ingiuria a Dio. Più tosto concederò che talvolta e anco spesse volte sia vantaggio a non sapere il vero. Benché certamente l'ignoranza è vicinissima all'errore, anzi cagione sicura e madre dell'errore: e però alle volte l'errore potrà essere da comportare, non già per sé, ma per questo che necessariamente nasce da cagione utile, la quale senza esso, come il fuoco utile, senza molte arsioni edl incendi, non può stare. Sono alcuni che si compiacciono degli errori volgari perché loro paiono belli, come quando sogniamo spesso accad'e che quello che ci pare di vedere molto ci diletti. Non già che costoro non sappiano o non credano quegli essere errori, ma vorrebbero· che tali cioè errori e false opinioni essendo, tuttavia si coltivassero e maJJ.tenes– sero così come sono e pur troppo a ogni modo ·saranno, rigogliosi e prosperos.i. Ai qua.li si risponde che se gli errori sono be1li, che molto di bello s econdo loro avranno gli uomini : e che qui non si tratta del bello ma dello utile, e non essendo sempre utile quello che è bello e appariscente, anzi spessisi;imo non essendo, non bi– sogna guardare perché una cosa sia bella o paia quando non giovi o faccia danno. E se una battaglia, con quel rimescolamento e quell'ondeggiamento e quel corso e quel fumo e quel frastuono fa bella vista e bel sentire, secondoché disse Scipione Affricano minore avend'o veduta da un poggio uria battaglia di Numidi e · Uartaginesi, che mai a' suoi dì non avea provato tanto gusto, ti par egli che s'abbia a metter male· tra' popoli, o attizzare le di– scordie che hanno, perché al mondo non manchino di questi begli 1 ) 11 capitolo I, che dà un'idea generale dell'opera e degl'intendimenti del– l'autore, è contenuto in un quadernetto di quattro fogli (Pacco XV, 22); e una parte del cap. Iir, intorno alla Divinità, è in altri due foglietti (Pacco X:V, 21), dei quali sono scritte solo le prime due pagine, e due righe e mezzo nella terza, i:est~ndo le altre in bianco. Il tutto autografo, con varie correzioni qua e là. Manca 11_ titolo; e l'intera prima pagina e buona parte della seconda sono lasciate in bianco, come per iscrivervi più tardi un certo numero di periodi iniziali. I BibliotecaGino Bianco

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