Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932
E. SCARFOGLIO, Le più. belle pagine 633 in qua~c~e ombratile ~ngolo personale. (Al Léon Daudet dei pamphlets e d1c1amo pure dei romanzi - chi non preferisce fin d'ora il me– morialista delle scuole e dei saloni ?). Anche lo Scarfoglio scrittore preferiamo sceglierlo in quegli anni giovani e nelle cronache più let– terarie, prima che iJ giornalismo politico se lo portasse via. « Il gior– nalismo è simile a un mulino mosso da bestie umane: le bestie sono incatenate al cilindrn della mola e girano; e girando macinano il loro intelletto, il loro senso morale, la loro volontà, tutte quante le più b~lle e generose forze della vita». La definizione pare anche a noi scandalosa, ma usci per l'appunto dalla sua penna di gran giornalista. PIETRO PANCRAZI. FILIPPO CRISPOLTI, Pio IX, Leone XIII, Pio X, Benedetto XV (Ricordi personali). - Treves, Milano, 1932. L. 10. - Il cardinal Della Chiesa, quando era arcivescovo di Bologna, lo– dando una volta il marchese Crispolti per un necrologio, gli disse: - Chi può starle a paro nella prosopopea? - Gli astanti si meravj– gliarono del parolone usato in guisa d'un complimento; ma l'arcive– scovo, fedele al suo manuale di rettorica dei banchi di .scuola, gli aveva dato « il significato classico e disusato d~ll'arte di far rivivere in uno scritto la figura di qualche trapassato». Quest'arte, - piaccia o meno il parolone, - jl Crispolti la possiede in modo raro, e la va da lunghi anni esercitando su riviste e giornali. (I lettori ne hanno avuto in Pègaso un magnifico saggio nella rievoca– zione ,dei due primi re). L'ingegno distinto, l'illustre casato, la sua po– sizione preminente nel campo cattolico come giornalista e come rappre– sentante politico,. gl'incarichi di fi-ducia spesso affidatigli dal Vaticano e, diciamolo pure, anche i contrasti molteplici che a lui, tradizionalista, fe– cero via via, fin dai tempi ,dell'Unione popolare, le pattuglie di punta del movimento cattolico, lo misero in contatto e gli diedero modo di cono– scere, anche sulla sponda opposta alla sua, gli uomini più in vista del suo tempo, un tempo ormai lungo, che comprende press'a poco quello del– l'unità italiana. Di queste vaste conoscenze egli ha sempre amato fermare il ricordo in articoli occasionali, per lo più comm~morativi, che intito– lava ricor-di personali; e se non sempre il soggetto aveva un grado d'inte... resse che gli potesse dare risonanza oltre i limiti del rimpianto o del– l'ammirazione di chi lo trattava, spesso nel garbo aneddotico, nella signorilità e nel riguardo della rievocazione sempre usati anche verso dichiarati avversari, nel compiacimento malinconjco di chi ferma in tratti di vita un passato via via sfuggente, brillava qualche rivelazione, s'illuminava qualche episodio oscuro, emergevano insospettati rap– porti di fatti diversi, che davano al modesto ricordo il colore della storia. La storia non si scrive coi ricordi; ma nei memorialisti, negli annotatori diligenti delle cose del loro tempo, quante volte la storia ha ritrovato le tracce perdute dei sentieri che, dal percorso inflessibile . dèlle strade maestre, si diramano nel cuor~ di un. paese e permettono di meglio conoscerlo. liotecaGino Bianco
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