Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

630 E. SC.ARFOGLIO, Le più belle pagine giornalista abbia scritto. Nelle reda:;,,ioni lontane, an<;he in quelle av– verse, l'eco e il fulgore ne era vivissimo. Non mancavano allora ai gior– nali le belle penne; ma l'articolo di Tartarin, quando nel Mattilno c'era, le sopraffaceva tutte. Torto o ragione che avesse, la sua ragione vera l'articolo di Tartarin l'aveva in sé: quasi una catapulta che piacesse vedere in azione senza neppur pensare al muro che avrebbe ,sfondato. Venti o trent'anni fa questo era lo ,Scarfoglio più popolare. Per i più letterati, c'era il ricordo di uno Scarfoglio giovane, ideale discepolo del Carduoci, amico fraterno ma polemico del D'Annunzio, scrittore sulle riviste del tempo, dal Fracassa e dal Fanfulla domeni– cali alla Domenica letteraria, alla Bizantina, al Convito, di poesie e racconti singolari (eran piaciuti al Carducci) e soprattutto di quelle baldissime cronache che andarono a formare poi il più volte stampato Libro di don Ghisoiotte. Tra i due Scarfoglio, tra il letterato giovanissimo e il politico e il polemista della maturità, restava un salto, un vuoto che non riusci– vamo a riempire. Prima del Mattino, si sapeva di altri giornali fon– dati da lui, il Corriere di Roma e il Corriere di Napoli; dei viaggi e delle crociere in terre classiche e barbariche, delle bonifiche coloniali. .. ; ma gli echi letterari di queste singolari intraprese er::i,no rimasti in vari libretti, in opuscoli, che pochissimi avevan letto e che ormai era impossibile ritrovare. La figura dello ,scrittore restava cosi sospesa tra un'ardente giovinezza tutta dedita all'arte, e una maturità anche troppo politica o << negociosa ». Tra i due estremi, ,Scarfoglio restò scrittore più famoso che noto. Più facile parlare di lui in tono esclamativo, ammirarlo o deprecarlo, che fissarne il ritratto. Ora Alberto Consiglio ha rintracciato i testi noti e gli ignoti dello serittore, dai versi giovanili alle ultime polemiehe della guerra, senza trascurarne neppure gli epistolari (i lettori di Pègaso ne ebbero un bel saggio nelle lettere alla signora Ossani Lodi). Il Consiglio ha scelto le pagine « più belle», ossia quelle che dànno meglio i tratti caratteristici e ,salienti di lui; e ha premesso alla scelta un rioco e ingegnoso profilo dello Scarfoglio, inteso a trovare la molla intima di quella vita, e l'unità o le giunture che legaron l'uomo allo scrittore. Ohe non era poi un'impresa sempre facile. Né vorremmo ora seguitarla noi.. .. Piuttosto, ,su queste pagine riunite, che vanno dal 1880 al 19,11, vien fatto ora di chiedersi : quale fu, in letteratura, .il frutto migliore di Edoardo Scarfoglio ? La risposta non par difficile; ogni lettore di gusto non stenterà a fare una scelta sua dentro la scelta del Consiglio. E ne resteran fuori probabilmente i due estremi: le prime invenzioni, ver.;;i e novelle, gio– vanili; e le più famose e irruenti polemiche o « campagne» del gior– nalista. Al gusto nostro, peccano entrambi di letteratura, anche se di una diversa letteratura. · Scarfoglio scrittore non risparmiò mai a se stesso la verità; e che i s~o~ versi giovanili, i Papaveri del 1880, fossero brutti anzi « bruttis– s1m1» se lo diceva. Riecheggiano il dannunziano Canto nuovo e le impe– ran~i allora Odi barbare; passano da un rivoluzionario civismo (Alto il patibolo fuma di tiepido _ SU/Yl,gue; la Franaja libera applaude: - la BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy