Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932
SPUNTI FOGAZZARIANI. NOTE DI VIAGGIO JNEDITE E << DANIELE CORTIS >> PER- LE SCENE. Viaggio Firenze, Siena, Roma 1882 (16 aprile-8 marzo). Questo ti– tolo hanno alcune note di .Antonio Fogazzaro, venutemi sott'occhio frugando in una vecchia busta d'archivio. Quarantatré paginette in tutto, ma riboccanti di cose, e rivelatrici di almeno un aspetto fogazza– riano impensato. Conoscevamo le predilezioni del romanziere vicentino per la musica. Non avremmo sospettato in lui questo sistematico andar per musei e chiese e gallerie, curioso di tutto vedere, qua estasiandosi, là severamente o ironicamente giudicando. « Tribuna. Testa della Venere a sinistra entrando. La più delicata poesia dei sensi. Paragonata con la fredda e stupida Venere di Luca Cranach che farebbe meglio a ve– stirsi, mettersi un gran cappellone di paglia, un velo grigio e andar a vedere Firenze». Non è critica d'arte. È un impressionismo spesso irufiorato o drogato di osservazioni che lo fanno grazioso o gustoso. « Attitudine d'un satiro simile a quella del Fauno (Oapitolino). Diffe– renza essenziale: il satiro guarda il frutto; il Fauno guarda il sole». « Maddalena ,di Guido, troppo jolie. Quella di Tintoretto è più brutta ma più vera. Perché nuda ? È pentita da un pezzo. Quella dell' Albani da un momento. Quella di Guido non fu Maddalena e non è santa». Da questa forma d'interesse per le arti figurative, al gusto pel pittore– sco, pel punto ,di vista : •« Luce mate sulla colonna Antonina dai quattro candelabri sul cielo nero » ; « Cactus arancione fiorito fra due anfore enormi nel vano di un arco (tabularium) verso il Foro Romano>>. Ma procediamo con ordine. A Firenze, il Fogazzaro si fermava quel tanto che bastasse per esta,.. siars,i dinanzi a una Madonna dell'Angelico. In treno, da· Siena, anno– tava, distogliendo dal finestrino lo sguardo fuggevolmente: « Asciano ha la stazione per éanzonatura ». E in giro per la Toscana: « Tratto tratto colli boscosi, cespugliosi, deserti» ; « Signa deliziosa, ma un tempaccio grigio che demoralizza»; « ,Sinalunga - freddo». · Solo a Roma, dov'era il 20 aprile, le note gli acquistavano consi– stenza: « 31/4 pom. Sole batte sul monumento ·di Papa Rezzonico. Il-· lumina il fianco della Religione, mezza in luce, mezza in ombra, e batte in viso al genio della morte (giovane, bello), che guarda triste– mente il sole. Papa tutto in ombra. Vengono le lagrime non si sa perché .... ». E uscendo da San Pietro: « Effetto della fontana tutta bianca di sole fra gli intercolunnii del Bernini». Otto giorni dopo (28 aprile), tornando a uscirne, al tocco: « Sbuco dall'orologio italiano.
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