Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

RIOORDO DI GIORGIO OIOOGN.A. Dinanzi ad una morte repentina, imprevedibile, che tronca una gio– vane vita ricca di promesse, sempre cerchiamo, ripensando ai giorni che hanno preceduto la sciagura, qualche segno premonitore, e interpre– tiamo atti e parole della persona scomparsa come indizi di una oscura consapevolezza della sua prossima fine. Se rimangono degli scritti ci sembra che circoli in essi un vago pensiero di morte, e vi troviamo parole solenni che in una lettura anteriore ci erano sfuggite. Non ci accorgiamo che di mutato vi è soltanto la nostra disposizione dinanzi a quelle pagine e a quei ricordi, e che lo sforzo di includere quella morte nel disegno di una veggente necessità a cui bisogna piegarsi nasce soltanto dalla nostra repugnanza p~r la cosa assurda, dal nostro bisogno di rassegnarci e di soffrire meno. Quando la sdagura è avvenuta nel corso di un'esperienza scientifica, diciamo che la natura si è vendicata, quasi riconoscessimo in ciò una funesta giustizia; e invero è difficile liberarsi dalle frasi fatte apposta per questi casi. Pensiamo infinite volte come la cosa avrebbe potuto non accadere, o almeno non con quelle conseguenze, e sempre è questione di circostanze minime, di centimetri, frazioni di secondo ; ne balza una sproporzione enorme tra possib_ilità ed effetti, e restia,mo con l'avvili– mento della nostra impotenza dinanzi a cieche convergenze di atomi e di istanti. Improvvisa importanza acquistano fatti che avremmo altrimenti di– menticato. L'ultima domenica dello scorso giugno, fiera del libro a T.orino: ore festose e faticose tra la folla, in mezzo a mucchi di vo– lumi; e poi un gruppo di amici riuniti a tavola. L'ospite di più alta statura è Cicogna, commensale amabilissimo. Il fatto è che sul terreno degli altri egli si orienta come sul suo proprio, su cui gli altri non moverebbero un ,passo. Aspetto giovanile più dell'età, eleganza, innata, liJI1,pidoe fermo lo sguardo come sicura e chiara la voce; la rara natu– ralezza di chi non si osserva anche quando sa di venire osservato. Il te– _nente di vascello persiste in un che di composto e di definito nell'abito, nei modi, nelle parole. Chi lo avvicina ora dopo aver letto i suoi libri lo sente subito mag– giore di essi e comprende che la letteratura non è se non una piccola parte del suo lavoro, un momento secondario della sua personalità. E riconoscerlo superiore non costa sforzo perché Cicogna ha il clono di piacere a uomini e ·donne, dono genuino, senz'ombra di concessioni alla vanità di piacere. Un uomo completo, di origine e temperamento BibliotecaGino Bianco

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