Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

612 E. (fiovannetti - Plotyka o l' .Ant-i-HoUywood oggi uno dei :più arditi pionieri del film sonoro sovietico e, oserei dire, del mondiale, in quanto solo il russo ha trovato finalmente pel cinema la musica immediata del vivente. Per la prima volta, nello Schostako– vitch, la musica cinematografica non è più una decorazione incollata all'azione, ma è già,, come nelle storie indiavolate di Topolino, il pro– _fumo eccitante ed onnipresente, il pepe spirituale dell'azione. Col ri– dare alla musica questa virtù demoniaca, lo Schostakovitch ha potuto già evocare nella pellicola Sola, un ·remoto villaggio siberiano, un pic– colo cosmo di suoni e di voci, che voi trovate ad un tra,tto così magica– mente vicino e connaturato, come se non foste mai usciti di là in vita vostra e non aveste mai neppure sentito dire d'Arno o del Mugnone. C'è insomma, a volte, una gran squisitezza in quest'asiatica barbarie: e c'è, sopratutto, una panteistica diavoleria che, s'io non sbaglio, por– terà il film russo molto lontano. In senso artistico, naturalmente: ma non presuppone già quest'artistica scapigliatura di spiriti musicali an– che un ethos più rasserenato, o, per lo meno, un «io» più attento alle voci delle cose e più sensibile ai richiami delicati d' Ariele ? Non presup– pone già cotesto panteismo un'individualità più discriminante? Se l'arte sovietica fosse ancora tiranneggiata da quell'ethos allucinato che faceva scomparire del tutto l'individuo morale e i suoi pudori in una società meccanizzata ed uniipensante, oserebbero mai i poeti del cinema russo rievocare, sia pure con gherminelle tendenziose, spiriti dall'ironia saporosa, come il Cervantes, o dall'impassibilità diletta,ntesca, come lo Stendhal? A guardar bene il cinema russo da questo lato, pare -d'in– travedere che, ad una moralità collettivistica e meccanizzata, stia per suocedere una moralità individualistica ,serva ancora, come quella cl'Ariele, ma rinfrescata almeno da aeree melodie e da panteistici ab– bandoni. Anche in tempi cli ferro, Psiche torna così volentieri farfalla! « Un socialismo, - diceva tesité lo Stalin ad Emilio Ludwig, - al– l'interno del quale tutti gli uomini riescano ad avere lo stesso salario, la stessa quantità di carne, la stessa quantità di pane, il diritto di portare gli stessi abiti, di ricevere gli stessi prodotti e in quantità uguale, un tal socialismo è da noi sconosciuto .... Ciascuno -deve guadagnare se– condo le proprie capacità ed a ciascuno si deve la rimunerazione corri– spondente ai servizi resi. È evidente che le diverse persone hanno e avranno bisogni diversi. Il socialismo non può negare la diversità dei gusti, della quantità e della qualità. L'eguaglianza assoluta ha alle sue origini la concezione gretta, la psicologia della divisione dei beni, di tutti i beni, in proporzioni eguali: e. questa è la psicologia del comu– nismo paesano e primitivo». L'uomo ché dice questo, o non è lo stesso rude antintellettuale che qualche biografo occidentale amava dipingerci, o, 'Belo è, ha dovuto met– tere molt'acqua nel suo vino. Ariele canta .insomma già, anche nella livi~a Tempesta sovietica: e Calibano, a quel che pare, non è riuscito a diventare, neppure questa volta, l'assoluto signore. EuGElNIO GIOVANNEJITI. BibliotecaGino Bianco

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