Pègaso - anno IV - n. 11 - novembre 1932

608 E. Giovannetti scopo comune ma autonomi. Il Krouglikov, un entusiasta dedicatosi esclusivamente alla propaganda, e all'educazione nella Russia bianca, cui esso ruppartiene, si prepara alla crea,zione d'uno studio nazionale in Minsk ; ed il Matviesky .dirigerà il cinema, ucraino della « Kinofabrika » e perfezionerà i due studii specializzati di Kiev e di Mosca. Per l'Asia, un intensissimo programma è affidato al <( Vostokino » od (< Orient– kino >>, sorto all'uopo nella repubblica dei Tartari. Non occorre dire che questa produzione specializzata, mirante all'Asia centrale ed al– l'Estremo Oriente, ha una straordinaria importanza politica per l'Unione– sovietica. Una produzione intensiva è quìndi in programma anche nella fa– brica sorta a Tadjikistan per la propaganda e la coltura nell'Asia cen– trale: mentre grandi studii si stanno costruenùo ::i, Novosibirsk per l'educazione politica, sociale e tecnica della Siberia occidentale. A sua volta, il cinema nazionale georgiano, accentrato nel « Soskimprom Grou– sii », si ,propone una grande opera di coordinazione e di scambio per le .pellicole destinate alle diverse popolazioni del Caucaso. E nelle vici– nanze di Bacù, ad Azerbegiàn, sorgerà anche una, metropoli del ci– nema turco, destinata a diffondere pellicole fra tutte le popolazioni di lingua turca, tanto in Asia quanto in Europa. La Turchia di Kemal Pascià è già c<;mquistata al cinema : ed una pellicola nazionale turca faceva già capolino, quest'anno, alla gara della, Biennale veneziana. Se si pensa,, infine, che gli scambi tra il film sovietico ed i] cinese s'in– tensificano ogni giorno più, e che uno dei grandi direttori russi, il Kuleshov, ha or ora girato la pellicola Camerata Li Fu sui confini fra Russia e Cina, con attori quasi tutti cinesi, in omaggio alla rivolu– zione comunista della Cina mericlionale, s'intravede, io credo, che tre– mendo ventilabro d'idee stia •diventando il cinema in Asia. In un organismo così complicato, un'estetica cinematografica pura, disinteressata, quale noi l'intendiamo, avrebbe ben poco da dire. Il ci– nema russo ha sempre qualcosa da insegnare, e, se talvolta poeta, è poeta didascalico. La Terra del Dovjenko, così industre nella sua mae– stosa lentezza, è, a suo modo, una Georgica. Anehe nel nuovo organismo, con Plotyka e col Soiuskino alla testa, l'organo più sensibile, cioè più indine ad un'es,tetica relativamente pura, resterà il vecchio « Meschrabpom ». Saranno le sue, ancora e sempre, pellicole pragmatistiche, con una tendenza politica e magari anche con una tesi tecnica, ma, trattandosi di direttori un po' più intel– lettualizzati ed un po' meno stretti dalle urgenze della propaganda, l'arte ritroverà nelle loro opere un qualche respiro. · Guardiamo intanto, dal lato di questa estetica più o meno interes– sata, le pellicole pronte o già in lavoro per la prossima stagione. II film più rappresentativo dell'ora che volge, quello su cui lo Stato conta di più, è Piano d'incontro, una drammaticissima celebrazione del la– voro, realizzata dai direttori Jutkevitch et Ermler, ed ideata da un gruppo di direttori tra cui l'Eisenstein. Si tratta d'operai che lavorano in una fabbrica di Leningrado e cui è assegnato un duro compito per il piano quinquennale. Gli uomini non BibliotecaGino Bianco

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