Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932
~olitudine 451 grafie che uniscono i tre regni d!ella natura o le varie configura– ::doni della terra. La gente scende a grandi frotte, in fila, conie un esercito, e viene in mente questo pensiero : ecco persone che, per quanto giri, non le incontrerò mai più. E se a una di queste per– sone fosse legato il mio destino, se da una d!i esse dipendesse la mia felicità ? Questo è un pensiero assai comune nelle grandi città. L'edifizio che io cercavo era chiazzato di fumo, incrostato del . nero delle stagioni, sbiancato qua e là dal vento nei punti più rile– vati. Tutto questo quartiere ha odore di porto; v'è un senso di ricchezza chiusa gelosamente, e la sua animazione, grandissima durante le ore del giorno, dà l'idea precisa dl'un movimento prov– visorio e di gente di passaggio, fa pensare come dev'essere solita– rio la notte, simile a un'officina chiusa. Come miraggi lontani s' il– luminano le stazioni, la nebbia le allontana incredibilmente; vi si trovano incrostate le mode dell'architettura, e in breve divengono venerabili come antichità. Il denaro di !Passaggio, poiché qui è la sede delle grandi banche e dei maggiori centri di affari, vi ha creato luoghi per le spese di lusso, i capricci costosi, le curiosità repentine. Elfrida stava in uno di questi edifizi. La trovai in una grande sala, con un vestito a giacca, più esile, mi parve, di quando l'avevo incontrata, ma più imperiosa. L'accompagnava un suo impiegato, ed ella si aggirava come chi passa i~ rivista le truppe. Per tutta l'estensione della sala, che era lunga assai e meno larga, erano disposte, a file di dieci e venti, grucce fissate in terra, e sopra ap– pesi pastrani e abiti di tutte le fogge. Le file erano strette, occu– pavano i tre quarti della sala, e lasciavano fra di loro un passag– gio un poco più largo in prossimità delle finestre di dove entrava la luce opaca della giornata d' inverno. Si ·riconosceva in quel– l'esercito di abiti femminili tutta -µna città, gl' impieghi, le occu– pazioni, le ore d'uscita, le passeggiate e i divertimenti, le stature diverse, i balli popolari, i convegni tra, bicchieri di birra, e i brin– {lisi con gli occhi fissi negli occhi. Davano un senso patetico di conforto e di solidarietà, numeri infiniti ma anche infinite possi– bilità di apparire, sia pure in uniforme. La, moda con le sue co– sture diverse dl'anno in anno, coi suoi ornamenti che sono poi i modi di tagliare la stoffa, e le cuciture simili alle nervature delle foglie, vi si rivelava puerilmente, e fra tante impressioni pesava lo stato della donna nella civiltà d'oggi, immenso esercito che corre in aiuto degli uomini, che con gli uomini hanno stabilito una so– lidarietà e un'uguaglianza. Ognuno d'i questi abiti rappresentava una conquista, un nuovo elemento della civiltà, UJ1 adepto del- 1' immenso esercito. Elfrida era là in mezzo col sorriso fermo e attento dei colonnelli che guardano le loro truppe e le trovano bene in ordine. Ma il suo vestito denotava un'altra e accurata ricerca, BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy