Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932
Ricordi su due Re 399 ricadeva,, ma il lamento continuo « ooh .... oooh .... » era così chiaro e forte, che egli non credette imminente la fine. Dalle ferite del fianco scendeva molto ,sangue, tanto da mac– chiare a lui tutta la divisa. Mentre salivano la grande scala arrivò la Regina di corsa. Qui il domestico inghiottirva, inghiottiva, e di– ceva: - Da ,quel momento tutto si confonde in me. Solo ricordo che lo stendemmo sul letto, che gli rialzammo il capo con molti cuscini, che appena àid'agiato •si piegò un poco e cessò il lamento. Io lo reggevo per un braccio e sentii che il polso era ,spento. Soprav– vennero i medici e tagliarono gli abiti. Nel tagliare il panciotto la ferita del cuore diede un getto che inondò la Regina. Qui non ho più idea del tempo, né di quel che fu detto o fatto; ,sento piangere, gridare, ved'o gente colle mani nei capelli e non ,sodirle nulla dli. più. 'Ma dov'era andata quella finissima maglia d'acciaio di che un tempo il Re andava munito? Il giorno del 1898 in cui visitò Cuneo, ma, che le feste preparategli furono interrotte perché sopravvenne l'annunzio dell'uccisione dell'lIDJPeratrice d'Austria, egli parlando a pochi e in confidenza dei pericoli a cui i sovrani erano esposti, sol– levò il panciotto e mostrò quella maglia. Me lo riferì il giorno dopo uno ,di essi. Allora si era in autunno inoltrato. Ohe per il gran caldo di quel funesto luglio di due anni dopo, l'avesse smessa? Certo, quella che fu tolta d'alla sua salma e conservata come una reliquia dlalla Regina Margherita, era di seta. Mentre mi trattengo ancora nel castello e mi guardo, per non riuscire importuno, dal ricercare personaggi addetti alle varie corti princd.,pesche ivi acco11se,parecchi fra loro, saputo della mia pre– senza, vengono a me per chiedermi notizie, poiché là dentro non . sanno nulla delle decisioni che si prenderanno per i funerali e in– genuamente suppongono che un venuto di fuori ne sappia qualche cosa. Si andrà per la sepoltura a Superga o a Roma ? Si d'à da tutti per sicuro che il compianto Re, visitando recentemente a Superga la tomba del fratello, Principe Amedeo, abbia detto al rettore del tempio, che lo accompagnava: - Qui vicino devo essere un giorno seppellito anch'io. - Ma tutto sta a ved'ere se ne ha fatto parola nel· testamento; e si vocifera che quest'ultimo non sia stato tro– vato, o almeno non accenni a~la sepoltura. Certo, la deci-sione che fu poi ·presa per Roma, indicò che l'augusto successore non incon– trò nessuna contraria volontà paterna. All'incertezza in cui stavano i più fra quei personaggi, si uni– vano alcune inesperienze di coloro che dovevano preparare i fune– rali. Eccone una. Siccome voleva ripetersi ciò che si era fatto per Vittorio Emanuele II, cioè far figurare in essi la Corona Ferrea, custodita com'è noto nel Duomo di Monza, così un bel momento si presenta all'arciprete un .semplice impiegato di Corte a chie– dere·che gli venga consegnata. Gli si risponde un po' stU1Piti, che BibliotecaGino Bianco
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