Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932
Ricordi su due Re 3!)3 Scoppiaron tutti dalle risa. E il Re, che aveva sfogato così il suo malumore per il momento in cui era giunto il messag·ofo usci . . o ' per prepararsi a ricevere solennemente a palazzo la deputazione. Fra le notizie lasciateci dal Grimaldi c'è d'a pescare ancora. J"1_; nota la passione che il Re, oltreché pei cavalli, aveva per la caccia. Non è abbastanza nota la gelosia che in questa, materia gli suscitavano i supposti rìvàli. Nel 1862 il Griimaldi tornato da una missione ufficiale italiana in Persia, dove, tra l'altro, avea conosciuto il celebre Gobineau, si recò a<l ossequiare il Re. Questi fattosi raccontare i principali episodi del viaggio gli chie~e : - E el Scià che om elo? - L'altro gli rispose che era un bell'uomo, anc6ra giovane e in fama di gran cacciatore. Il Re come punto sul vivo, esclamò: - Oosa l'clo boun a fe per passé per grun cassadowr? (che cosa è buono a fare per passare per gran cacciatore ?) - Si sente rispondere che è capace, galoppando a cavallo, di far colpo doppio, ossia uccidere due pernici in volo, e che una volta, in una caccia in montagna, avendo una pantera trascinato in un profondo burrone due cacciatori che aggruppati lottavano con essa, lo Scià uccise la fiera con una ipalla nell'occhio senza ferir gli uomini. A udir ciò, il Re, già nervosissimo non poté più tenersi : - Hanti,e,rnamdaJoco1tSìlountan per vnime a coimtè 'd bale 'd coitla forssa; s'i savia i l'avria nen lassalo andè. Oh'ai dia o so Scia s'a l'è boitn a fè 'l coubiet ai camo11ss a baln franca coun-m i l'e1i falo ,mi tante volte; ma coiila del coub,iet a le pernis al galop a m' la fa nen traoimde. (E hanno mandato Lei così lontano per venirmi a contar bubbole di questa forza? Se l'avessi saputo non l'avrei lasciato andare. Dica al suo Scià se è buono a far doppietto coi camosci a palla franca come l'ho fatto io tante volte; ma quella del doppietto colle pernici, al galoppo, non me la fa inghiottire). Né volle sentir parlare di testimoni oculari che lo assicuravano. Per molto tempo, anzi, tutte le volte che s'incontrava col Grimaldi gli chiedeva sorridendo : - Eben: el so Scià falo sempre 'l coiibiet al galop? (Ebbene, il suo Scià fa sempre il doppietto al galoppo?). Tornando al maneggio, un giorno che il Re vi si divertiva a far abbaiare un suo cane, il quale spaventava certi cavalli venuti dall'Inghilterra e metteva a mal ,partito il cavallerizzo Bosio, il conte Castiglione gli annunzia un ingegnere, inventore di non <;o qual macchina dedicata a Sua Maestà, che implora un'udienza. Vittorio Emanuele, impazientito dal disturbo, risponde : - O'ai dia c'a gira l'Italia (gli dica che giri l'Italia). - Ma, Maestà, non intende riceverlo? Egli ha portato la dedica coi disegni, edl aspetta ansiosamente una Sua parola d'incorag– giamento .... - I towrno a di"e c'a gfra l'Italia da sima al fownd, peui c'a BibliotecaGino Branco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy