Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932

388 F. Crispolti intorno alle esequie: si celebrassero pure in qualunque chiesa di Roma, ma si eccettuassero le quattro basiliche maggiori. Ciò scon– volse il disegno primitivo e dette modo a Crispi di tornare sul disegno proprio e di farlo finalmente accettare. Monsignore, che aveva aJSsistito all'inventario di quel che s'era trova,to nella camer,a d'el Re, ci disse d'uno strano cimelio con– servato in un canterano: il frammento d'una canna da passeggio, con su un cartellino ov'era scritto : « Rotta sulle spalle di Don Margotti)). Si era saputo dell'incidente notturno toccato al celebre pubblicista; lo si era messo in relazione con certe sue velate allu– sioni alla vita privata deì ·Re, ma non ,s'era immaginato che· il possessore della canna ne avesse portato i resti al Re come un documento e un trofeo. Io, che avevo visto il Re vivo soltanto poche volte, mentre pas– sava iper Roma in carrozza scoperta con a fianco il conte di Castellengo, ne vidi la salma nella cappella ardente del salone degli Svizzeri. Per giungervi c'era da affrontare un vero pericolo. In via XX Settembre un cordone militare faceva aggruppare la folla contro di sé : poi si apriva, a un tratto e lasciava che questa folla corresse fino a un secondo cordone dove accadeva la stessa sosta, la stessa ressa e la stessa, corsa successiva. Guai se un disgraziato fosse cad'uto ! All' ingresso dei giardin1 d'al portone della così detta « manica lunga>> vidi uri. signore spinto dalla gente cadere dentro la vasca di una fontana. Seppi che era il sindaco d'un villaggio, venuto in rappresentanza. Lo estrassero subito, ma non era ·sta– gione per bagni freddi. L'apparato della sala era severo e solenne. Il Re, veRtito da Gran Maestro dell'Ordine di San Maurizio e Lazzaro col manto regale, giaceva sopra un piano inclinato colla Corona ferrea ai piedi. Lo si vedeva benissimo. Ma l'imbalsama– zione era riuscita male. Poi, siccome egli aveva l'abitudine di tingersi i capelli, i baffi e il pizzo, con un tale aborrimento della canizie, da obbligare anche i suoi vecchi di Corte a nasconderla, coRì, per non alterarne l'aspetto solito, avea.no dovuto rinfrescare il colore artificiale e questo aveva prod otto una lairga maochia sul viso cereo. Lo spettacolo era più spiacente che commovente. Per rinnovare in noi la commozione dei primi giorni bisognò attendere il trasporto funebre. Lo vidi dal portone .dell'Albergo d'Europa in Piazza di Spagna, perché la folla m' impedì di giun– gere alla casa dove avevo il mio ,posto ad una finestra. L'intermi– nabile corteo era d'un indicibile splendore. Poté per momenti assor– bire e distrarre gli animi col suo stesso spettacolo. Ma quando il carro spuntò; quando si vide il genera! 1Medici recare in mano la spa-da del Re e venir dopo di lui il cavallo favorito tutto coperto di n~ro, ~parì dagli occhi e dagli animi ogni apparato presente di gloria; rimase solo la vista e la memoria dell'uomo che aveva BibliotecaGino Bianco

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