Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932
508 H. BERGSON, LeS, deux souraes de la morale et de la religion logia, che la differenza di natura rischia di svanire. L'obbligazione in generale («le tout de l' obligation))) è analoga all'is.tinto, è per le so– cietà umane basate sull' intelligenza quello che è l' istinto nelle società .animali delle formiche e delle api. Nell'un caso e nell'altro si tratta di un'esigenza vitale, estrarazionale: nella morale là ragione interviene a suscitar resistenze all'obbligazione o a rimuoverle., ma l'obbligazione per sé non deriva da essa. Il carattere dell'obbligaztone morale è biologico. Certamente essa si effettua attraver,so la coscienza individuale, non però nella coscienza individuale più profonda, ma in quella superficiale,. là dove ogni io si collega agli altri e s'inserisce nel tessuto sociale. In questa concezione biologico-sociale della moralità comune, - che· nei termini del Bergson chiameremo «chiusa)) o «,statica))'· - viene negata espressamente una differenza sostanziale tra il primitivo e l'incivilito: il secondo si distingue dal primo soprattutto per la massa enorme di conoscenze e di abitudini attinta dall'ambiente sociale; la natura per– siste presso a poco immutabile attraver,so i secoli. Òosì pure il Bergson non trova una differenza sostanziale, dal punto di vista della sua distin– ·zione fra società «chiusa)) e «aperta))' fra le società primitive e le no– stre : sono chiuse le une e le altre, per quanto queste siano di gran lunga più vaste. La morale comune, insomma, è l' insie~e delle esi– genze di condotta necessarie alla vita di queste società chiuse. Sopra tutt'altro piano si muove la morale incarnata in certi uomini Becezionali, come i saggi della Grecia, i profeti, d' Israele, i ,santi· del cristianesimo. La loro è la morale completa, o meglio, assoluta, diffe– rente dalla prima non solo di grado, ma di natura. « Mentre la prima è tanto più pura e perfetta quanto meglio si riconduce a formule imper– sonali, la seconda, per essere pienamente se stessa, de.ve incarnarsi in una personalità privilegiata, che diviene un esempio. La generalità del– l'una consiste nell'accettazione universale di una legg~; quella dell'altra nella imitazione comune di un modello)), Questa moralità assoluta ri– sponde all'atteggiamento dell'anima «aperta)), che abbraccia l'uma– nità intera, anzi tutto il creato, senza però dipendere da nessun conte– nuto. « La carità sussisterebbe in chi la possiede anche quando non vi fossero altri viventi sulla terra)). Non si passa daHa prima alla seconda morale per una dilatazione di se stessi od un allargamento della cer– chia sociale. Tra l'amore della famiglia e della patria e quello dell'uma– nità c'è una differenza di natu._ra. I due primi implicano una scelta, e quindi un'esclusione, che può anche, esser.e odio; il terzo è soltanto .amore. La prima morale è voluta dalla natura; la seconda è acquistata ed esige uno sforzo. Questa contrapp'osizione tra morale naturale e, - come dire?,.- metanaturale viene poi modificata dall'autore c-01dire che si tratta di due nature divérse, che, impiegando in altro senso le -espressioni di Spinoza, potrebbero dirsi Natura naturata e Natura na– iurante. La morale superiore è emozione creativa di quegli esseri pri– -vilegiati, i quali però irradiano intorno a loro la propria forza emo– tiva, e quindi trascinano dietro.,di sé gli altri (le moltitudini della morale _comune). Così la loro « anima aperta,> penetra nelle società chiuse; la l~ro morale ?'ssoluta di amor~ influisce su quella sociale di obbliga– :zlone; e ne viene una mescolanza, per cui né l'una hé l'altra si presen-
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