Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932
M. MORETTI, Fa.ntasie olandesi 503 per dare autorità alle nostre poche note di taccuino. Un signore del luogo che entri nella non vasta scena dell'articolo è sempre di sicu– l'issimo effetto >>. Se poi il « signore del luogo>> è invece una signora, specie in Olanda dove le· cose da vedere son più, per intenderci, femminili che maschili, anche meglio ; qui è la « cara signorina Ini Bloem >>,la gentile compagna di viaggio; olandese, una donna che ha molto viag– giato ed è stata fino a Giava a vedere le piantagioni di caffè e di cauc– ciù della sua famiglia, ma così morettiana, che non ci meraviglieremmo di trovarla domani in un romanzo, protagonista di una bella storia d'amore. Del resto, questo libro di viaggi è vicinissimo al romanzo; in certe pagine (Il quaderno di Hilletje, Come si rimoderna una favola, Fantasia nruziale) sembra anzi che stia per prendere addirittura quella· via, e la pittura è ,sempre così calda, viva, commossa, che da un mo– mento all'altro par che l'autore voglia dirci: ora basta col paesaggio; e sentiamo piuttosto se i personaggi che vi ho presentato fin qui, · ometti tranquilli vestiti di nero e donnine miti, coi « coralli al collo, il fisciù &ul corsetto serrato, il sottanino ampio sur un'idea di guardin– fante)), non hanno da .raocontarci qualche loro patetica avventura, qualche storia da mettere accanto a quell'altra che avete già letto ne La Casa del santo Sangue. Il piccolo mondo belga è vicino al piccolo mondo olandese; ed è proprio la « cara signorina Ini Bloem )), così pratica della vita e studiosa di sociologia (la sociologia è di moda fra le donne olancfosi) che a un certo punto, ac,compagnando l'amico nel quartiere delle beghine di Amsterdam, :i,n un vicoletto della Kalver– sti·aat, chiamato appunto Begijnensteeg, dice con tutta semplicità, lei luterana: « Ohe ne pensereste se tra nove o dieci anni, quando non sarò più né bella né giovane, mi stabilissi anch'io nel beghinaggio?». Sorella cli Ini Bloem dev'essere anche quell'altra signorina Neeltje che ha ispirato a Moretti la deliziosa Fantasia sullo « studio d'am– biente)) ; brutta, con un ridicolissimo naso; ma « la bruttezza non .è tragedia; questa è una cosa che ,s'impara presto quassù» ; fatto sta che la signorina Neeltje, figlia dei signori van den Hoop, insegnava l'inglese al signore italiano ospite dei suoi genitori, e il signore ita– liano le dava in C!tmbio qualche lezione della sua lingua; « questo vuol dire au pair : pari e patta )). Ma poi.... poi si sa quel che succede; e le donne, anche se sono olandesi e brutte, hanno sempre delle strane avventure nei libri di Moretti; chissà éhe alla fine, partito il signore italiano, non abbia pensato d'andare anche lei nel vicoletto della Kalverstraat a farsi beghina. · A seguirle tutte le donne di queste «fantasie», c'è da trovare i mo– tivi per dieci romanzi almeno; perché Moretti ha tenuto sì d'occhio il paese, coi suoi canali, i suoi musei, i suoi giardini, ma quando gli è capitato d'incontrare qualche figura femminile, non ha perduto l'oc– casione e l'ha messa subito in una bella fiaba. Pensate, per esempio, all'olandesina del capitolo In viaggio (Dove s'è e dove non s'è), che va a Bruxelles credendo d'andare a Parigi; un dramma per la buona figliola che « non s'accorse di nulla e crede anc6ra e crederà sempre d'essere stata a Parigi))' ma una festa per Moretti. E la favola della BibliotecaGino Bìanco
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