Pègaso - anno IV - n. 10 - ottobre 1932
V. N ANNE'l'Tr, Malseme - 1 nudisti di Monte Catterina 501 uggioloso e languidissimo stile che è come una rete troppo larga che non piglia pesci. Sfuggito l'intreccio, mancati i dialoghi, il racconto ripiega nell'egloga o nella pastorale e i nudisti del monte Catterina, sotto la penna del Nannetti, si convertono in ninfe, in pescatori e pastori. Anche cosi poteva uscirne un saporoso « pastiche » solo che lo scrittore avesse avvertita la metamorfosi, e l'avesse lui stesso condita d'umore o ironia. Ma questo reagente gli è mancato, il Nannetti è entrato in Arcadia quasi senza avvedersene; e le scene che ne sono seguite (qLiel temporale sul monte, l'incontro col pastore, la grotta nel fiume) restano belle compo– sizioni in sé, felici pitture ma che non fanno racconto. Poi i nudisti do– vranno sloggiare a precipizio dal monte perché i contadini delle vàlli vi– cine non ce li vogliono; e salgono su armati e bruciando i boschi, (che è un finale teatrale e ci senti come un rotolar di scene). L'impressione ultima, nonostante i bei passi, è dunque quella di un racconto riuscito minore della premessa. Peccato; perché oltre a quella prima novità, oltre alla « trovata », il Nannetti aveva avuto altri spunti felici. Per esempio dove avverte che nella colonia dei suoi nudisti a un certo momento « serpeggia una vena di rarefatta idiozia». E lo dice proprio il Maestro della colonia : « Questo cameratismo cordialissimo e sportivo nasconde la più irrimediabile freddezza e l'assenza di ogni sen– timento, compresa la comune simpatia .... lo vl veggo sedere a questo desco come imbronciati l'uno verso gli altri o semplicemente estranei, ciò che è quasi lo stesso o peggio». :E; la punizione più giusta della colo– nia. Infatti, riesce facile accettare - praticare è un'altra cosa - il na– turismo, o nudismo che sia, finché resta igiene, riposo, ginna._Qtica,profi– lassi, cura del sangue o della pelle; ma quando poi vuol diventare etica o religione, e aver le sue sette o i suoi iniziati. .... (A l~irenze, tanti e tanti anni fa c'era un clotti,ssimo uomo che durante la canicola, solo in casa, praticava· il nudismo integrale, e con tanta naturalezza e cosi ci aveva fatto la pelle, che udendo a volte squillare il campanello si levava tal quale dai suoi testi, e andava ad aprir l'uscio. Ma il modesto uomo non pensava mica di fondare cosi una religione ! E qui cade di ricordare anche Cerio, sindaco di Capri, che vari anni fa invitava i tedeschi di quelle spiaggie a coprirsi almeno un poco, non mica in nome della morale, ma soltanto per « l'estetica del paesaggio». Naturismo, va bene; ma senza pigliarlo cosi tanto sul serio .... ). Un altro punto vivo, nel racconto nudista del Nannetti, è dove Will s'innamora di Elsenore: il giovanotto dubita, si turba, si confonde, non sa come dirlo alla ragazza, e alla fine sospira: - Vorrei vestirvi, Elsenore ! - Motivo davvero felice e che il Nannetti ha fatto male a lasciar cadere. Sta scritto infatti che, gustato il frutto, soltanto allora gli occhi di Adamo e d'Eva «s'apersero» ed essi « conobbero ch'erano ignudi». E, smessa la prima foglia, fu lo stesso Signore Iddio che « fece delle tuniche di pelle ad Adamo, ed alla ·sua moglie : e li vestì». Le prime obiezioni al nudismo risalgono dunque allo sbocciare dell'amore, nel capitolo III della Genesi. Pil!T.l'RO P,\NCRAZI. ibliotecaGino Bianco
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