Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

La Grammaire de l' Académie Française 317 mobili del cosiddetto uso vivo. Le grandi tirature della Grammaire de l' Aca,démie non sono soltanto dovute a ragioni scandalistiche, ma anche a questo bisogno largamente sentito. Il Brunot annunzia per il prossimo autunno una ,sua grammatica; ma sarà una gram– matica storica, che ·prescinderà perfino dalla nomenclatura tradi– zionale. Una grammatica che sia normativa per il pubblico medio e insieme accontenti i linguisti non ,s'intravede ancora in Francia. Da noi si sa che vi attende uno studioso provetto, il Trabalza, l'au– tore della nota Storia della grammatica italiana, dove per altro il · punto di vista non è quello del Brunot, ma quello idealistico cro– ciano, da cui si vede la grammatica risolversi nell'estetica. Sarà interessante, a suo tempo, vedere com'egli avrà superata la prova. In Francia si continuerà ancora per un pe·zzo a battagliare. Ma che farebbe Ric.helieu, il fondatore dell' Académie? che farebbe Napoleone, il restauratore? Il primo butterebbe Ja Grammaire dall'alto della sua purpurea lettiga; il secondo magari la calche– rebbe col suo piede stivalato. Ma nessuno dei.due penserebbe a sop– primere l' Académie rea del parto infelice. Anzi farebbero accade– mico Ferdinand Brunot i:l' all'intiera compagnia comanderebbero dli chiudersi in conclave per l'elaborazione d'una nuova grammatica normativa in cui s'a..ccor,dinoumanesimo e storia. Seduti allo stesso tavolo, Hermant e Brunot vedrebbero che il diavolo non è tanto brutto qtlanto si dipinge e potrebbero lavorare insieme utilmente a un codice grammaticale non meno elegante che dotto. PIEJTRO PAOLO TROMPEO. ibliotecaGino Bianco

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