Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

316 P. P. Trompeo - stesso e non può quindi sostituire senlement, il quale è sostituito invece da ne que. Se fosse possibile, bisognerebbe d'unque dire : Il n'y a pas ne que vous. Poiché l'uso non lo consente, non c'è che tenersi alla trad:izione consacrata dai classici (cioè dire: Il n'y a pas seitlement vous), abbandonando il barbarico e illogico Il n'y a pas que voits. Ma il Brunot ribatte eh~ questa teoria delle sostituzioni è ar– bitraria e che non ha luogo nell'esame dei fatti linguistici. La par– ticella pas, per un cumulo di ragioni psicologiche, ha via via estes_o il suo dominio. È divenuta la parola negativa per eccellenza. Esi– ste, evidentemente, la frase: Il n'y a que voiis. Nulla di ,più spon– taneo, quindi, che negarne il senso affermativo con la frase corri– spondente: Il n'y a pasque voits. Ohi porta a costruzioni di questo genere non è la logica meccanica dei vecchi grammatici, ma la logica psicologica, a dir cosi, dei parlanti. E son que·sti che fanno la ·lingua 1 ). Come liiivede, Hermant e Brunot impersonano due concezioni opposte della grammatica. Questo significato ha il loro duello, una volta eliminata la minuzzaglia delle frettolose definizioni, dei ri– dicoli quiproquò e delle malig:ne ritorsioni erudite. Hermant è l'Umanesimo o, meglio, il Purismo; Brunot, la Storia. E per questo noi abbiamo insistito ,sul carattere puristico deUa Grammaire de l' Acaàémie, carattere che le viene da Abel Hermant, mentre il resto è, come pare, paccottiglia di collaboratori in sottordine. Ma i due punti di vista sono assolutamente· inconciliabili? Il grammatico moderno deve rassegnarsi ad essere il notaro dell'uso, a registrarne e autenticarne i mutamenti, ,senza,mai intervenire· in nome d'una tradizione in cui si compendia il gusto di generazioni e generazioni di colti parlanti e che è tuttora viva, in noi? S~ la conciliazione non fosse possibile, ne dovrebbe gongolare nena fossa Ohamfort, l' accademico atrabiliare che con la sua campagna antiaccademica provocò e volle il decreto soppressore del 1793 e perciò ha una cattiva stampa negli ambienti accademici, éome si vede· bene in un libro postumo di Gaston Boissier, segre– tario dell' Académie. D'altra parte il pubblico stesso dei parlanti e scriventi reclama una grammatica normativa, che lo aiuti a camminare tra le -sabbie 1 ) Già prima di questa tragedia grammaticale, un grande scrittore si era messo, dal suo punto di vista, contro l'intransigenza dei vecchi grammatici: « En vain la grammaire voudrait nous imposer comme oorreotes d'imprononçables bouillies, le bourbeux Je pars poiir Paris, au lieu du direct et prompt Je pa;rs à, i'encombrant L'homme ne v1-t pas seulement de pain, au lieUJ de L'homme ne vit pas que de pain .... Ces exigences ne méritent aucu,n respect » (PAUL CLAUDEL, Positions et propositions, Gallimard, Parigi, 1928, pp. 83-84). Partir à, invece di partir pour, è lm'altra bestia nera di Abel Hermant. BibliotecaGino Bianco

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