Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

314 P. P. Trompeo vero che il primo esempio di codesta sostituzione si ha in un testo di George Sand, si ha la prova provata che si tratta d'un barbaris1;110: il sangue di George Sand non era in tutto francese: una parte gliene veniva per li rami d 1 al maresciallo Maurizfo di Sassonia. Abel Hermant non ricorre a questa prova; ma dogmatica– mente, senza fare nessun accenno all'uso vivo, ristabilisce il fatale imperfetto in tutti i diritti che gli conferiva la classica consecutio temporum. E pensare che Fénelon diceva della grammatica da lui vagheggiata: « Elle soulagerait beaucoup les étrange11s, que nos phrases irrégulières embarrassent souvent )) ! Agli stranieri d'oggi la nuova Grammaire insegnerà invece a evitare l'irregolare sosti– tuzione dell'imperfetto del congiuntivo col presente e li addestrerà alla ginnastica sve-d'ese dei parlassions, arrivassiez, désintéressas– sent, satisfissent e via di séguito. Oltre la legge della consem1,tio temporum, c'è però la legge del taglione. Ohi poteva supporre che proprio nella Grammaire de l' Académie s'insinuerebbero degl'imperfetti del congiuntivo sba– gliati? Eppure è stato così. Nella prima tiratura della Gram– maire lampeggiavano come· due solitari un confississions (invece di confissions) e un su.jfississions (invece d:i sujfissions). Ci sarebbe da pensare a una Nemesi storico-graimmaticale in agguato. O a una machiavellica ·SU!bO:rnazione del proto da parte dei nemici del- 1' Académie. La spiegazione più ovvia è che il proto, da buon francese d'oggi, ignorasse quelle forme fossili. Comunque sia, è facile immaginare il divertimento deila platea. Ma la cosa. comincia a prendere una piega tragica ora che uno dei più grandi linguisti moderni, Ferdinand Brunot, è intervenuto nel dibattito con le sue Observations sur la Grammaire de l'Acadé– mie Fr(J/f/.çwise (Parigi, Droz, 1932). Non meno del volumetto acca– demico quest'opuscolino va a ruba. Il pubblico che lo compera non vi cerca tanto, s'intende, dei lumi sui dubbi grammaticali quanto delle maliziose sottolineature di errori accademici. Diciamo subito che l'opuscolino rivela più irritazione che malizia. Edl è quasi sempre un'irritazione di dotto, ringhiosa e pedestre. Non ci fer– meremo dunque a rilevarne i frizzi. Se il duello dovesse svolgersi a frizzi, c'è da metter pegno che Abel Hermant avrebbe fadlmente ragione del suo avversario. Ma questi ha ben altre armi e non ,sa– rebbe facile inibirgliene l'uso. Pàidrone della grammatica storica, egli polverizza in quattro e quattr'otto le povere impalcature di Abel Hermant, il quale, nella fretta d'imporre per via accademica le decisioni del proprio gusto, per molte definizioni o spiegazioni che meno gl'importavano s'è abbandonato, come s'è visto, a uno stracco e rozzo empirismo. E cosi il Brunot gl'insegna che il fondo del lessico francese non è stato, come dice lui o qualche suo colla– boratore, tolto in prestito dal latino, ma è il lessico stesso latino BibliotecaGino Bianco

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