Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932
Un'estate a Isola 299 Da quel giorno io fui propenso ad!accogliere di quando in quando Mirell3, e la sua amica Dora fra di noi, specialmente nei nostri giuo– chi più leggeri. Provavo un piacere nuovo tutte le volte che cor– rend'o mi sentivo al fianco Mirella. - Mirella è veramente degna di stare con noi, - dicevo la sera a Nello, quando discorrevamo prima d'addormentarci: Nello brontolava. - Oggi, - riprendevo, - l'ho fatta correre a posta come una dannata: resiste benissimo, meglio di Franco. - Nello non mi dava la sodruisfazione di rispondermi: doveva essere arrabbiato con me. Io m'addormentavo, tra la visione d'un colpo magistrale di fion~a, con cui avevo spiccato netto la più bella pesca dall'albero, e il ricordo d~gli occhi di Mirella. - Mirella, su, ~_la chiamai un giorno, dall'ultima impalcatura dl'un gelso gigantesco. Trovavo gusto a sperimentarla in cento modi, e avrei quasi voluto ch'ella venisse meno alla prova, per po– terla deridere, e per rompere quella specie dli cameratismo che s'era formato tra lei e me e che non sempre mi lasciava tranquillo, anche per i taciti rimproveri che leggevo negli occhi di qualche mio com– pagno. Mi raggiunse assai più presto di quello che avessi pensato; e quando fu all'altezza dove mi trovavo, si spenzolò tutta verso di me : la sua faccia calda sfiorò la mia. Le scoc,cai un bacio sulla bocca. Sentii un gusto di mandorla ·amara fra le labbra. Diven– tammo rossi tutti e due e non avemmo più coraggio dJi dirci una parola. Il vento dal mare muoveva le agili vette sopra il nostro èapo. M'accorsi ch'eravamo molto alti e vicini al cielo; guardando giù, provai per la prima volta da quando m'arrampicavo sugli al– beri, il timore di poter cadere. - E se cade Mirella ? - pensai, sen1Jaaver il coraggio di guardarla. Dopo un tempo interminabile, Mirella fece: - io scendo. - Aspetta, scendo prima io, - le dis– si, - se ti mancasse un piede, puoi sostenerti su di me. La sera Nello m'avverti che se Dora continuava a venire con noi, egli .si sarebbe staccato d!alla compagnia : - è una stupida, - aggiunse a conferma. Mi sentii un fuoco sulle guance e fui contento che fosse buio. Perché non aveva nominato Mirella? Forse sapeva tutto ? Voleva cavallerescamente risparmiarmi ? - Hai ragione, - gli dissi dopo un po', - anche Mirella mi pare che sia di troppo fra di noi; - (lo dissi con rabbia e con tristezza). Volevo con la mia uscita, che mi costava molto dolore, costringerlo a parlare. Ma egli stette zitto, come .sempre quando si trattava dli Mirella. Evitai Mirella per qualche giorno. Fu un periodo penosissimo per me. Ero diventato estroso e violento. Una mattina al bagno spinsi in acqua dalla cima d'el pontile Franco, fratello di Mirella, che non sapeva nuotare. Pentito, mi gettai subito dietro a lui per aiutarlo : lo tirai sulla scaletta, ma egli aveva bevuto molta acqua e s'era talmente spaventato che stette male per qualche giorno. La madre di Franco mi picchiò, quella di Nello minacciò di riman- Bi.bliotecaGino Bianco
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