Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

266 O. Zaghi blicano unitario, nutriva per la Monarchia (questo non bisogna mai dimenticarlo); bisogna pur tuttavia riconoscergli lealtà dl'in– tendimenti (egli mirava col lib"ro a far conoscere in Francia, con-· tro le esagerazioni, gli errori e l'ignoranza dei più, il vero st~to delle cose italiane e la santità della lotta che si combatteva) e sm– cerità d'animo quando nella prefazione dichiara: « Avverto il lèttore che non sono Italiano; ma a.vendo preso spontaneamente dal 1859 in poi una parte attiva alla politica rige– nerazione di questo popolo, - essend'o stato ricevuto da lui nel campo delle sue lotte - avendo preso le armi ogni qual volta il principio della sua in'dipendenza fu minacciato, - _avendo unito ~ miei scritti a quegli degli uomini del partito il più avanzato, a cm tengo come onore di appartenere, - essendo sfato animato dalle di lui passioni, - avendo vissuto della sua vita infine, comprendo pur troppo quanto è grande la disillusione che dovette imposses– sarsi di lui dopo i risultati delle tristi giornate di Oustoza e Lissa; ed è per ciò che mi ,sento spinto, mio malgrado, a scrivere queste righe e a dirgli : Coraggio, la colpa non è tua : coraggio, perché la via delle sventure fa nascere la perseveranza, e la perseveranza ti farà trionfare d[ tutti gli ostacoli che sei per incontrare. Accetta queste parole di un sincero amico, e se avranno la fortuna di poter trasformare le idee erronee e preconcette che molti hanno a tuo riguardo; se, infine, invece di una persona indifferente sono riuscito a trovarti un amico, mi stimerò anc6ra più che fortunato nel pen– sare che ti sono di qualche utilità e che ho coopera to a rendere e qui i giudizi che sul tuo operato potranno dare i miei conna:z.ionali )) 1 ). Amara ed umiliante era per l'Italia la soluzione della guerra del '66, con la Venezia ceduta alla Francia- e il Trentino perduto 1 ) Nel febbraio del '67 l'Estiva! cercava di diffondere e di tradurre il libro in Inghilterra e a questo riguardo si rivolgeva a Luigi Blanc che cosi gli rispon– deva da Ilrighton (8 febbraio): « Vous avez pris la plume, me dites-vous, pour prouver qu'en engageant Garibaldi dans la guerre de Tyrol, on avait par but de détruire 80n prestige; et l'affectueuse admiration que le héros italien vous inspire vous fait desirer qu'on sache cela en Angleterre, où Garibaldi a éveillé tant de sym– pathies. Garibaldi est en effet respecté, honoré et admiré ici comme il mérite de l'ètre. Mais, ou je me trompe fort, ou la majorité des Anglais n'est guère disposée à accueillir avec faveur un acte d'accusation, si fondé qu'il puisse etre, dirigé con1:e le gouvernement de Victor Emmanuel. Garibaldi est populaire dans ce pays, quoique républicain et non parceque. Je ne parle pas, bien entendue, de la classe ouvrière. Toutefois, il existe ici, xqeme dans la classe dont les éditeurs ont coutume de consu.J._ter l'opinion, des hommes que le parti d-e l'action n'effraie pas, et qui, <!ans Garibaldi, admirent autre chose qu'un· heroique bienfaiteur de Victor Emma– n?el. <:eux-là, votre livre est sOr de les intéresser », e lo consiglia, per la tradu– zione mglese, di rivolgersi ai signori John Adam e Robert Tear, della città di Glasgow, « les deux hommes qui ont montré à Garibaldi le plus de dévouement ». BibliotecaGino Bianco

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