Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

) Lettere di Giuseppe Mazzini a Virgilio Estival 265 dopo l' «obbedisco)) di Garibaldi, anc6rn sotto l'impressione degli àtvvenimenti di cui era, stato testimone e artefice non indifferente 1 ). È un attacco a fondo contro il governo del La ~farmora e i me– todi usati per la preparazione e l'allestimento delle truppe gari– baldine, una denuncia documentata degli abusi e dei soprusi com– messi d'alla Commissione speciale addetta n,i volontari, resa più grave daJla dovizia di testimonianze e di fatti raccolti dall'autore o dalla viva voce dei protagonisti o visti coi propri occhi ; ne scatu– risce un giudizio assai severo nei riguardi del Governo, colpevole di avere ostacolato con tutti i mezzi possibili l'equipaggiamento delle truppe, dì avere mandato Garibaldi nel Trentino, intralciando lo svolgersi delle operazioni guerresche, di non wvere accolto il suo piano di guerra che consisteva nello sbarcare presso Trieste, pren– dere a rovescio l'esercito austriaco e tagliarlo da Vienna, e ciò allo scopo di distruggere il prestigio che godeva in Italia e in Europa. La questione, a esaminarla· e a vagliarla attentamente, coinvolge problemi assai delicati che appassionano anc6ra gli studiosi, sì che la conclusione dell'Estival ci pare azzardata o taJe almeno d'a prendere colle dovute riserve. La testimonianza dei contemporanei, se è un elemento prezioso per la storia di un qualsiasi avvenimento, non è però tale da dover ·essere considerata fondamentale. Ci sono retroscena, fatti, atteggiamenti, impulsi che il contemporaneo non può vedere e che alterano quindi il giudizio ch'egli, sotto l'impulso e l'impressione d'el momento, ha espresso ; la sua testimonianza acquista adunque più che un valore storico, valore come espressione di uno stato d'animo in un dato momento e davanti ad un dato avve– nimento. Così si dica del libro dell'Estival. Certo domani lo stu– dioso che imprend~rà a narrare la campagna del Trentino del '66 non può ignorare questa testimonianza e non consultarla; ma er– rerebbe se prendesse alla lettera tutto quello che il nostro scrive. In fond'o poi il giudizio ch'egli dà del La Marmora e d'el governo di Vittorio Emanuele è, almeno nelle sue linee generali, quello che gli storici hanno già pronunciato: più severo il suo, più temperato e giusto il nostro. Egli avrà indubbiamente un po' esagerato, preso dlal suo cieco entusiasmo per Garibaldi e per l'astio ch'egli, repub- 1) Garibaldi e il Governo italiano nel 1866. Rivelazioni per VIRGILIO EsTIVA.L. Versione dal francese, Brigola e Gareffi e presso all'Unità Italiana, Milano, 1866, p. 178. L'IDstival l'incominciò a scrivere a Padenghe il 23 agosto e lo terminò a Lonato il Z7 settembre. Molto probabilmente l'opera è stata scritta in francese P. tradotta poi, da un altro, in italiano, ma sul ms. autografo, non avendo trovato traccia in nessuna biblioteca sia italiana che straniera di una edizione francese. Il LoRENZ non la cita e la Biblioteca Nazionale di Parigi possiede l'edizione italiana; . il ·PAGLIAINI la cita nel suo Catalogo; la raccolta Bertarelli di Milano ne. possiede un esemplare. Quello da me adoperato è di proprietà dell'ing. IDstival. BibliotecaGino Bianco

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