Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932
260 0. Zaghi torno alla pubblicazione di un suo studio intitolato: Filosofia di un periodo della storia della schiavitù, - non potrebbe fare la spesa di pubblicare in opuscolo il di Lei laJVoroperché a Genova e possiam dire in Italia poco si legge e meno si compra; ne abbiamo già fatto la prova pubblicand'o in opuscolo ' La pena di morte e Garibaldi ' e noi ne abbiamo fatto le spese. Ora Lei sa che il Dovere non si trova in florid'o stato per rinnovare la prova. Io farò tutto il possibile per non interrompere il di Lei lavoro in corso di pubblicazione; ma Ella comprenderà che talvolta sono obbligato dalla mia posizione di Di– rettore di pubblicare altri articoli sia d'attualità, sia ricevuti da lungo tempo onde non scontentare i collaboratori del giornale e non fare preferenza per alcuno ». E il 15 agosto dello stesso anno rispondendlo ad un incarico del– l'Estiva! che, in ristrettezze finanziarie, cercava collaborazione re– tribuita, scriveva: « Ho parlato al proprietario del Oa,mpidoglio per vedere se vi fosse modo di darvi un posto nella collaborazione del giornale, e mi rispose che per ora non potea darmi nessuna ri– sposta, ma che prenderebbe in considerazione la vostra d'omandia,. Insisterò per avere una risposta definitiva; vi consiglio però di non farvi troppe illusioni a questo riguardo, gi~hé il proprietario, da quanto ho sentito dire, non ha dana-ri da ca.cciar via e voi sapete che i giornali italiani principalmente democratici, non possono so– stene rsi coi propri mezzi e ciò è tanto più certo del na.mpidoglio, c.he n on è nemmeno organo di un partito ma soltanto di pochi indli.– vi dui.. .. non credo che il giornale potrà vivere lungo tempo». La vivacità e l'acrimonia dell'Estiva! si rivelano ruppieno nei pochi articoli pubblicati sul Dovere, intorno alle più delicate que– stioni del giorno ; acrimonia non dissimile da quella di 1 anti altri ferventi repubblicani e del Mazzini stesso il quale, dopo l'atteggia– mento di diffid'ènte ma attiva cooperazione con la monarchia <'he va dal '59 al '63, si d'ava tenacemente a combatterla giudicandola << in– capace>>di dare l' «unità» all'Italia. Nell'ottobre del '65 il nostro denunciava pubblicamente le tristi condizioni dell'armata itali.ma, · la tabe che inesorabilmente la rod'eva, i soprusi, le violenze, le ille– galità dei superiori e dei tribunali, ch'egli aveva esperimentato du– rante il periodo in cui prestò servizio, traiscorso la mao-ofor parte nella « povera Sicilia flagellata per nove mesi d'alle mi;;re draco– niane d'una colonna mobile>>; e il 20 gennaio del '66 pubblicava nel Dovere, ch'egli diffondeva e faceva conoscere nel .Ferrarese e nelle Romagne 1 ), una lettera nella quale faceva voti « per la distruzione dell'ordine monarchico-costituzionale>> 2 ); il giornale com'era d'a prevedersi, veniva sequestrato. Uno spirito così irreq~ieto e ribelle 1 ) Lettera di Campanella a Elstival, da Genova, 20 dicembre 1865. 2 ) Lettera di Oifani, Aquila, 25 [gennaio] 1866. BibliotecaGino Bianco
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