Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

380 T. GALLARATI SCO'l'TI, Storie di noi mortali riesce a trovare il suo fuoco) mi pare che tra i cinque racconti del libro il più convincente sia l'ultimo, Don Grego1·io. Qui finalment_e si stabi– lisce tra lo scrittore e la sua narrazione un'intesa costante. 81 sente che il protagonista, i suoi sentimenti, gli affetti, l' intimo dramma che si svolge in queste pagine, tutto allo scrittore importa, è cosa sua. Il giovane prete Don Gregorio era stato mandato dai suoi superiori, a guarire di un forse ec,cessivo misticismo a Caspano in Valtellina, c~m_e cappellano. E viveva lì, obbediente, in pace, nelle opere del suo _mmi: stero quando un'estate capitò a Caspano uno studioso che per 1, suoi studii chiese di consultare l'archivio parrocchiale. Nel Rinascimento, Caspano era stato centro di un gruppo ereticale di Catari o Anabattisti; e tracce di quegli eretici dovevano trovarsi nell'archivio della parroc– chia.... Dietro la guida del giovane studioso, un po' alla volta anche Don Gregorio si accosta a quelle carte, si turba ai dubbi, alle pole– miche dell'antica eresia. Rimasto poi solo nell'inverno, e persa ormai la fede e la pace, sconvolto anche nei nervi e nel sangue, Don Gregorio fugge da Oaspano, abbandona il sacerdozio, cambia l'Jome, diventa mae– stro in una grande città. Chiamato in guerra, combatte, è ferito ; e quella vita di obbedienza e di sacrificio ridà per un momento al vecchio prete un po' della pace perduta. Dopo la guerra, Dpn Gregorio torna alla scuola e ai suoi studii; e una volta, per i suoi studii, sicuro ormai di non esservi riconosciuto, torna anche a Oaspano, a consultare l'ar– chivio dell'antica parrocchia. Ma una vecchia donna del paese, la so– rella dell'antico parroco, lo riconosce. Per evitare lo scandalo, ella tace; ma sa che quel professore Clemente Ardenni è il vecchio Don Gregorio. E qui accade il fatto improvviso, il dramma per -:mi D01, Gregorio ri– troverà la fede. Il paese è in subbuglio: un malvagio, un prepotente, è stato assassinato per vendetta da una .delle sue vittime. È morente, vuole confessarsi, chiede il prete. E nessun prete è presente quella mat– tina a Caspano. La vecchia donna corre a Don Gregorio: si rivela e lo supplica: vada lui che è prete, lo assolva, lo salvi. E Don Gregorio va; non per confessare, e per assolvere, ché non si sente più prete; mft da uomo a uomo per confortare quell'agonia. Ma quand'è vicino al morente e quello invoca da lui il perdono ,delle sue scelleraggini, vuol es– sere assolto, vuole salvar l'anima, - allora Don Gregorio si sente scosso dal profondo, la Grazia l' illumina, la fede sacerdotale risorge in lui; Don Gregorio assolve .... Il prete che aveva perso la fede per un'aber– razione dell'intelligenza, la ritrova così per un atto umano, di carità. Con Don Gregorio il Gallarati Scotti è tornato (e ors. senza pole– mica) a uno di quei tèmi, - un caso di coscienza, anzi un caso di fede, - che l'interessarono vivamente nella sua gioventù. E un tono più giova– nile, più vibrato si sente in tutto il racconto. Qualche disuguaglianza nella narrazione, certi ripieghi per la verisimiglianza gli nuocciono poco. Si può anche dire che nella figura di Don Gregorio l'uomo non è sem– pre in?ividuato, resta a volte generico.... Ma il s~o trav~glio intimo, 1 dubbi della ragione, la perdita della fede il ritorno poi della carità e dell~ grazia, tutto il dramma i;,pirituale di Don Gregorio, è reso con un impegno, un calore, a volte una concitata partecipazione che com– muo_von?. E certi rapidi scorci, e quasi abbreviature e riassunti della stona eh Don Gregorio fanno pensare anche che questo sia un fatto vero, BibtiotecaGino Bianco

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