Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

376 F. LosA vrn, Canti di liberazione ecc. avvertono echi leopardiani, carducciani, pascoliani, più pascoliani; echi di esperienze più recenti.. .. Ma c'è, quello che conta, lui, Losavio, col suo atteggiamento distratto, un po'incantato, con pietosa ironia defi– nito in quella deliziosa cosa che è intitolata Abito antico, e più tra– gicamente in Anima deserta; coi suoi occhi aperti sullo spettacolo del mondo, aperti tanto che quasi ne ha fatica il ciglio, portando « intorno gli occhi in processione))' per meravigliare dolce– mente o per dolorosamente stupire, e a cui talora il mondo appare tJ:Jcnto buffo (« e tanto buffo m'apparisce il mondo»), più spesso tutto pieno di mistero e di una divina presenza. C'è lui Losavio con quel suo sguardo che si ferma sulle cose più umili, e vi sente, vi scopre un senso arcano: la foglia più alta di un platano, - Ohi può dire, sicuro, ove una pianta d'esser cosa terrena cessa a un tratto ? Ohi può segnare il punto in cui entra nel delo ? - la luce calma, come di chiesa, che scende a illu.minare una stanza, il rumore di un calcinaccio che cade nell'aprire un vecchio stipo, il ru– more « dei passi Sotto le volte delle stanze vuote >>, in una casa disabi– tata, il silenzio della casa all'alba, e la mamma che si muove, « come un'ala silenziosa», e fissa le cose e le rimuove, sola in faccend~, in un raccoglimento di pace che somiglia una preghiera. O, che so io, il lamento della martinicca, la mangiatoia, « pulita come il palmo della mano», in cui il cavallo, indimenticabile cavn,llo, va tuttavia cercando « qualche rosume tra le commessure>> ; o il bianco delle lenzuola messe sulla terrazza ad asciugare : « e fanno un bianco, come latte, intorno .... >>.Su tutto il suo sguardo si posa, per tutto ha un interesse, a tutto concede la ,sua umana simpatia: tutto tocca e trasfigura. ,Se poesia è virgilianarnente (e penso, s'intende, soprattutto al Virgilio della Georgica, che Lo.savio ha tradotto in esametri italiani), se poesia è a :codesto modo guardare e interpretare e animare, e le umili cose, le bestie, le piante, più delle stesse opere dell'uomo (ma opera umana è la poesia, che cosi ama e anima ed interpreta), bisogna proprio dire che Losavio ha avuto in modo eminente il dono della poesià. E in una lirica, Ritorno, lirica esclusa dalla scelta pubblicata da Monrlaclori, egli ha definito la sua poetica, quando ha scritto : Crune un senso riposto io vedo in tutte le cose e m'affatico a indovinarlo; e ci ha svelato un po' il suo segreto, quando ha cantato : Torno ora da un viaggio, e siedo a mensa. Nel latte bianco inzuppo il pane bianco, e dilatare quel candore io guardo BibliotecaGino Bianco

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