Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932

372 A. BA.ILL Y, Jules César zione pomposa che ne fa il Jullian, - « Il montait un aheval de bataille, harnaohé oomme pour une féte .... », - ma non cita neppure, sta– volta, le dieci righe di Plutarco, tanto più modeste, a cui il Jullian s'è ispirato. Libro giudizioso, e di un'arguta pacatezza. Né lo diminuiscono i punti discutibili che si sono già notati, o i pochi altri che si potrebbero notare nei capitoli finali. Non si capisce, infatti, perché il Bailly non voglia chiamare monarchia il governo di Cesare. Sostiene che fu ditta– tura; ma questa è definizione soltanto giuridica e formale. Neanche si capisce perché parli di un « fascismo democratico» di Cesare. L'opera di Cesare non si può giudicare secondo Je distinzioni dei partiti che c'erano in Roma prima della sua monarchia, perché la sua novità, la sua importanza mondiale sta nell'aver superato Roma per vedere l'Im– pero. Era naturale che si servisse di tutti gli elementi che la situazione politica gli offriva, e che alcuni apparissero esaltati, altri depressi: in realtà erano tutti ugualmente sottoposti a una volontà più chiaro- veggente. ALBERTO MOCCHINO. CARLO DELCROIX, I miei canti. - Vallecchi, Firenze, 1932. L. 10. Settantasette -sonetti, che, per uguaglianza di tono e impeccabile compostezza, si denunciano maturati in un clima di catarsi. Tranquille spere, entro cui tutto acquista, depurandosi, non so che linea semplice e salda, che tagliente profilo quintessenziale. Una pattuglia in avanscoperta, rimaista sotto le posizioni da as- salire: era la punta della prima ondata che non aveva rotto più le file: tutti rimasti in un atteggiMI!ento, con le mani serrate sul fucile, pareva che aspettassero il momento : li dovemmo coprir di terra vile alla vigilia del combattimento. Sono evocazioni cli guerra, che la stessa fattura del sonetto contri- buisce a eternare in una immobilità assorta, statuaria. In quelle notti rosse di tempesta accadeva sovente di vedere gente seduta e con l'elmetto in testa dormire in tanta pace da temere che, destinata a una parte modesta, fosse morta tra sé, senza parere. Vengono in mente le « ombre con manti» della seconda cornice del Purgatorio : fantasmi, « al color della pietra non diversi>>. E e' è u"u ca- BibliotecaGino Bianco

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