Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932
358 D. Cinelli un trotterello pigro, sfiancato; la Zaira si sentiva galoppare, dentro. La casa era chiusa. Essa stette un po' sulla soglia, il tempo che si allontanasse il calesse; poi girò di dietro e scavalcan(lo la siepe, pungendosi ai rovi le gambe, entrò nell'orto e si nascose dietro a una conca rotta, in fondo, dove facevano il bucato. Il sole era già alto e scottava; aveva fatto presto a venir su tirandosi dietro quel nuvolone come se ci si fosse impigliato. L'aria era immota e pesante. A un tratto si spalancò una :finestra, e Beppe si spenzolò fuori, di qua e di là, guardando il ·tempo. Poi si ritirò dentro e si stirò tutto, spingendo forte le braccia come per tira,rsele via dalle clavicole. E a lei parve di sentirsi tirare da quello sforzo verso di lui, dentro di lui, senza resistere, senza spe– ranza di remissione. Poi lo sentì :fischiettare, dentro la stanza; e :finalmente il suo passo, vicino vicino. E ecco era lì sopra, che si lavava, alla pompa. S'era ca1ato la camiciola marrone a mezzo il busto, e il petto nudo si chinava su di lei grondante d'acqua, a stille luccicanti sulla pelle morata. Si stropicciava il viso e i riccioli neri gli cadevano giù sulle dita. E quelle braccia: le braccia di Beppe, che la strin– gevano come una morsa. Poi si voltò, mosse verso casa senza averla veduta. Allora lei lo chiamò : · - Beppe! ·- Toh, sei te, - fece lui senza mostrare sorpresa, proprio come se l'era aspettato. E le buttò quell'occhiata solita, legger– mente sprezzante, e lei la raccattò come l'accattone un tozzo di pane che è caduto nella polvere, per istrada. E un gran calore le circolò per le vene a sentirsi rientrare nella sua schiavitù. Allora lui fece qualche pasi,;o verso di lei, condiscendente, sod– disfatto e anzi quasi per ricompensa, e le calò il braccio protet– tore e dominatore sulla spalla, gesto effettivo della sua ripresa di potere. E :finalmente parlò. - O allora, sei venuta via? La l:Jalia assentì chinando il capo. Era colpevole, sì : le facesse quel che voleva, la battesse, le rompesse le ossa, non importava; anzi facesse, facesse pure quel che -voleva di lei, del suo corpo, quel che voleva lui. - O allora, come si fa ?... - Ma dopo un momento scosse il capo, dette una scrollata di spalle : ~ Bah, si. starà a vedere .... - E lei intonò un canto muto di riconoscenza : questo sì, non era mai stato di guardare all'interesse, Beppe; vagabondo, fannul– lone, ma interessato no; non era di quelli che fanno lavorare le donne, e spillan sin l'ultimo centesimo. E quella mano di sulla spalla scendeva, prendeva padronanza, diventava sempre più grande come se la serrasse tutta fra il palmo e le dita, e ora calava BibliotecaGino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy