Pègaso - anno IV - n. 9 - settembre 1932
La balia 351 - E l'Assuntina? - chiese dopo un silenzio nel quale parve che avesse preparato la domanda. ~ Ah, lo sapevi che era tornata? - rispose la donna con un certo dispetto. - Ohe vuoi che sappi.a io dell'Assuntina ? L'ha ripresa Cesare, in casa. Vai à sentire da Cesare, che vuoi che sappia io. Dice che la piglieranno quei signori della Oipressaia. Tanto, le ragazze che sono state a servizio, son tutte uguali, quando tornano ; non son più buone a nulla. Ma questi signori, nel mezzo di strada.... S'accomodino. La balia si voltò verso di loro come se se ne fosse scordata. - Noi, veramente ... , -- fece la signora Agnese. - Vai, vai, balia. Ti si aspetta qui fuori, in automobile; poi quando ,hai fatto si va a vedere il bambino. -- Ma passino a rinfrescarsi, un momento. Una piccola cerchia di curiosi, ragazzi per la maggior parte, si era formata intorno all'automobile. l\fa non gran che, e si tenevano a rispettosa distanza, li guardavano con un interesse sbadato. Son paesi di balie, sono abituati a quelle visite. Ma anche la balia, dopo di aver dato un'occhiata in casa, si era fermata sulla soglia, come riflettendo. Poi si era voltata di botto e con quella nuova padro– nanza che li' teneva un po' stupiti e come sotto l'impero di quello stupore, aveva detto: - No, andiamo sùbito. - Di scatto, era risalita in automo– bile accanto al conducente e gli aveva fatto segno di proseguire, senza dar più uno sguardo alla donnetta che era rimasta sulla soglia di casa, a bocca aperta, senza un gesto o una parola, in- terd'etta. ' Traversarono il paese, un paese di padule, non bello, di case vecchie o invecchiate presto, trasandate. Il selciato sconnesso era seminato di :figlioli di tutte le età, come se nascessero su dalle pietre. - Eh, la razza non muore, - fece il dottore. Riuscirono al di là, nella campagna piana, monotona, sempre uguale, e voltarono per una stradina stretta fra le siepi. Allo sbocco di una viottola· entrarono fra i eampi e si fermarono sul- l'aia di una casa colonica. _ Lo videro subito, il bambino. In fondo alle scale, una cuffietta bianca sporgeva d'a una cassetta, una culla forse, su da un ordigno che lo reggeva ritto impalato, tenuto su dalle fasce. Una bambinetta sugli undici o dodici anni gli stava accanto, imboccandolo da una scodella. All'apparire dell'automobile non si era, nemmeno mossa. Aveva alzato gli occhi e ora gli occhi an<lavano dalla scodella alle labbra del bambino e all'automobile con un ritmo regolare. Ma nemmeno la balia si era mossa. Finalmente, con una lentezza che pareva anche più lenta, scese e si avvicinò. 1bliotecaGino Bianco
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