Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932
216 A. Panella animo a rattemprarmi tanta amarezza, io mi sentirei da questo colpo affatto prostrato. Ma io mi dico lè belle anime dell'amica Costanza, e del mio dilettissimo Giuseppe, no nou avranno saputo suppor cotanta ingratitudine, cotanta acrezza nel cuore dj. quello ch'essi hanno tanto favorito, soccorso, amato. No, il ben amato di Teresa, essi s'avran eletto poteva aver mille difetti, ma non quello di aver un petto senza ' . . .. cuore un'anima senza riconoscenza ed amore! Nulladimeno, ami-ci m- ver cl~lcis.simi ed impareggiabili; quando penso a tanti mesi decorsi in un apparente silenzio; quando penso a quell'effusione onde dovean ri– dondare le primizie di un cuore sì lungamente bisognoso di versamento di affetti, quando penso all'an:larezza ed al dispetto onde trovomi in questo momento invaso, disposizioni troppo avverse all'espansione d'ogni dolce e soave sentimento, io non posso che sempre più contristarmi che quei primi miei caratteri non ,v'abbian portata la prima vergine espan– sione di tuttociò che il mio cuore sentiva per voi, cli tuttociò che voi m'er:avate, cli tuttodò ch'io era, ·sono e sarovvi per tutta la vita. « Ah, amici, 'io sento che quest'espressione .non mi sarà dato di più riprodurvela, che quando verrà quel giorno (e ben confido non sia lon– tano) che mi troverò a piedi della nostra Costanza, nelle braccia del mio Giuseppe;· a,h perché non dirò nelle braccia d'entrambi? giacché la natura dei sentimenti ch'io provo per voi purifica, e ,santifica ogni .cosa! Sì, e la mia Teresa ci riguarderà dal Cielo, ed avrà gioia del– l'opera sua, e si compiacerà cli aver almeno lasciato al suo infelicis– simo Federico il conforto, l'appoggio di tali amici in mezzo all'arido dese,rto della vita in cui trovasi richiamato. << Sì, io trovo l;opra, le cure, le sollecitudini di ,sì incomparabili amici sotto i miei passi per tutto, per ogni dove mi rivolga. Avvisi, precauzioni, raiccornandazioni, in voce, in iscritto, formano per me come un'atmosfera della, loro amicizia che m'inviluppa da tutte le parti e nella quale continuamente respiro. Ad essa son debito,re in gran parte cli quello straordinario ed affatto immeritato accoglimento che trovo e m'accompagna per tutto in questo paese; dovendo il resto a quell'onorevole simpatia che soglion destare i grandi infortuni per una buona Causa. Io ho trovato le Prigioni del mio Pellico dalla Nuova Orleans fino sul St. Lorenzo, nelle mani di tutti, e perfin nelle selvagge capanne dell'Alabama del Mississipì e del Michingan; e l'entusiasmo e la venerazione vi è uguale per tutto ! « Benché la mia •salute sia rotta e distrutta, e bèn l'abbia esperi– mentato in troppo grave difetto in quest'ultimo viaggio, pure essa può forse anc6ra esser ristaurata, non ~osì del mio morale in cui sento, ogni dì più, tutte le sorgenti della vita disseccate per non mai più rav– vivarsi. Sento di non poter più vivere d'avvenire, ma sol del passato, ove tutte .stanno riposte l(l mie l)<iù dolorose ma care e preziose me– morie. Di quai tesori di esse non deve esser posseditrice l'amica, la soccorritrice, la confortatrice de' crudi e lunghi anni della sventura della mia infelicissima Martire! Ah a questi tesori io ho i sacrosanti di~tti. del ,dolore e dell'amore, e deÌl'unico pensiero ormai di tutta la mia esistenza; deh, nulla mi si voglia sottrarre per crudo per lacerante che possa riuscirmi: Oh, quanti misteri di dolore mi sarà dato di udire dal labbro di quella che tanto della mia Tere~ condivise i dolori! BibliotecaGino Bianco
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