Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932
202 V. G. Rossi Menelicche raccolse il lucchetto, lo fece passare sotto il naso di tutti, interrogò tutti a uno a uno: interrogand'o: squadrava dal– l'alto in basso, come se aspettasse di vedére spuntare improvvisa– mente da sotto il -vestito la prova della colpa. Ansava, aveva il re– spiro veemente, le labbra aride, infocate; la faccia congestionata, violetta; le vene gonfie, gli occhi gonfi, come schizzanti fuori : pa– reva un impiccato appena sciolto dal laccio. Balbettava : - Infami ! Farabutti ! Scellerati ! Nessuno sapeva niente, nessuno aveva udito, aveva veduto niente. Finito l'interrogatorio, Menelicche entrò. La falda di lardo ran- cido era sparita : il gancio pendeva vuoto, solitario dal soffitto ; il lavamano era ritto sulla cuccetta, simile a uno scheletro sorpreso durante una danza macabra; una sedia rovesciata era buttata per traverso all'Ùscio. Menelicche rovistava, investigava, verificava : apriva i cassetti,· spostava i sacchi, mette-va tutto sossopra. Scosse la damigiana del vino per sentire allo sciacquio se il vino fosse calato. Da un fagotto un topo esplose, saettò via per la porta come una palla di gomma scagliata da un violento calcio. Alla paratia di contro alla porta era appeso uno specchio con la cornice di latta mangiata dalla ruggine : di tratto in tratto, lo specchio rifletteva un frammento d~lla faccia di Menelicche o s'im– biancava dell'immagine della gran barba. E quando sullo specchio appariva un occhio di Menelicche, tutti istintivamente apbassa– vamo lo sgualldo, perché sembrava che .Menelicche avesse un occhio sulla nuca, ~ con quello guardasse se qualcuno di noi si tradiva. Pareva che non mancasse niente: della falda di lardo che lassù non c'era più, anc6ra non s'era accorto. Ma, alzati gli occhi e visto il gancio pendere vuoto, ebbe un nuovo scoppio di rabbià. Ricominciò a vomitare insolenze, a spa– rare minacce : - Vigliacchi ! Canaglie! Ra,caille ! Vi farò cacciare tutti in pri- gione! . D'un tratto s'acquetò, rimase alquanto sopra pensiero, guar- ~ dandosi attorno .. Poi d'improvviso riprese fuoco : - La bottiglia ! La bòttiglia, m'hanno rubato ! Su una mensoletta, .assicurata con lo spago perché col rullio non cadesse, avevo sempre visto una bottiglia alta, di vetro chiaro : dentro la bottiglia, un liquido che mi pareva acqua. La bottiglia sulla mensoletta non c'era più. · - Embriagados ! Ubriaconi! La bottiglia d'acquavite, si son presi ! Infami ! . . Chi sapeva che Menelicche bevesse acquavite ? chi lo aveva mai visto bere fuor che acqua? Anche lui s'accorse d'aver rivelato un segreto, d'aver fatto un passo falso: s'ammutolì, ripassò quel suo Biblioteca Gino Bianco
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy