Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932
Oapitan Menelioche 201 Fid~rdo, con la testa ~oggia~a nella J?alma della mano aperta, il gomito sulla tavola, gh occhi beffardi fissi negli occhi di Me– nelkche, seguitava a cantare il suo stornello: Venisse il primo genera! del mondo son giovine d'onore, e me difendo! Mènelicche uscì brontolando parole smozzicate ; Fid:ardo died~ in un'altra fragorosa risata, che si ripercosse alle spalle di Mene– licche come una manata di ghiaia su una la,stra di zinco. Fidardo era un giovanotto della costa d'Ancona : di statura scarsa, asciutto, ma fortissimo : la muscolatura gli gonfiava il collo, il petto, le braccia. Una bella faccia da polizia scientifica. Prepotente, litigioso, Fidardo era stato anche in prigione : aveva con un pugno mezzo accoppato un oste che lo. aveva aechiappato mentre lui gli svagava la moglie. Egli, prima di imbarcarsi sulla Gioconda, aveva navigato coi piroscafi, perciò Menelièche lo considerava come una dama di città considera una signora di provincia : zoologia inferiore. Ma Fidardo apparteneva all'ordine dei-rapaci, e quindi, anche per via dli quella muscolatura e di quel precedente dell'oste e della prigione, godeva a bordo della Gioconda di notevole considera,zione. Anche Mene– licche, che pure era per la monarchia assoluta, tollerava il potere illegittimo di Fidardo, costituito accanto al suo, e trattava Fidardo col riguardo che le mezze canaglie hanno per le canaglie intere. , Il pomeriggio trascorse tranquillo. Menelicche era rimasto fino al tramonto in coperta : passeggiava su e giù, assorto, le mani in– trecciate sulla schiena, ma dentro doveva covare qualche gran disegno. Fid'ardo, a prora, ram:rnendava una vela, e cantava: Fior de granato, ah ! vita del povero bandito, non me lo dite a me, che l'ho provato! Sempre ne va per la macchia smarrito, sempre ha paura d'andà carcerato. Come il sole fu tramontato, <Menelicche scese nella sua gabina. Poco ,dopo, ricomparve. Pareva una belva: si dimenava, sussul– tava, mandava urli d'inferno. Chiamò tutto l'equipaggio : sempre gesticolando, urlando, imprecando, fece scendere tutti sotto coperta. Dinanzi all'usciolo aperto della sua gabina, s'arrestò: per terra era un lucchetto senza gambo. Allora cominciammo a capire cosa era successo. Avevano segato il lucchetto che teneva chiuso l'uscio dell1:1, gabina, avevano aperto, erano entrati. BibliotecaGino Bianco
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