Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932
190 F. Moroncini pretese e COJltraddizioni ,della donna, prn consentanee a una f~n– ciulla inesperta nel suo noviziato dl'amore, che non ad un'attrice dottamente e a lungo navigata tra i frangenti delle· passioni, sì della vita reale e sì della :fittizia sul teatro; dall'altro prova che il Ranieri, nella solenne cotta che aveva presa per lei, non avrebbe forse esitato troppo ad abbandonare l'amico Giacomo per l'amica Lenina. E poiché il povero Giacomo aveva motivo ,di temere da parte di Antonio qualche pazzia quale epilogo del doloroso romanzo, e in ogni modo vedeva con grave preoccupazione la deprecata even– tualità d'esser da lui abbandonato, si spiega che facesse cli tutto per -distoglierlo dal funesto amore per l'attrice, fino al punto da farsi conciliatore tra il Ranieri e la Fanny Targioni, i cui favori, così ardentemente bramati per sé, egli vedeva invece. fa,rgamente compartiti al bel giovine napolitano 1 ). Era parsa assai improbabile ad alcuni critici, anzi inverosimile, anzi impossibile tale sovrumana abnegazione da parte di Giacomo; e si sostenne a lungo che questi, scrivencl'o al fratello, non potesse accennare se non a un romanzo passionale riferibile a se stesso, non già al Ranieri o. ad altri. Oh! le aberrazioni dei critici, anche de' più mgguardevoli, quante volte ci hanno portati lontani dal vero! Lasciando che a questi tali l'ani~a eroica del Leopardi non dev'essersi mai pienamente rivelata, e che quindi mal si potrebbe riuscire a persuaderli di ciò che solo è riservato a rarissime nature umane sollevantisi troppo sul comune livello; possiam dire tutta– via ad ·essi che esemp:i di somiglianti situazioni psicologiche, come non mancano nella vita ,di tutti i giorni, così non mancavano spe– cialmente allora, proprio tra le persone ben note al Leopardi e al Ranieri. Già può. sembrare strano il caso della Fanny, che sebbene 1 ) Sono ormai notissime le parole eh~ Giacomo. scriveva al Ranieri da Firenze il 29 gennaio '33: « La Fanny è più che mai tua, e ti saluta sempre.... Ella ha preso a farmi di gran carezze, perché io la serva presso di te; al che swn va– nitits )>. Quale ineffabile malinconia in quel « sum paratus )> ! L'identificazione di Aspasia con la Fanny non credo si possa in nessun modo revocare in dubbio. Il Giordani ripetutamente e con insistenza aveva chiesto al Ranieri (poiché « solo questi poteva dirgliene il vero))) chi fosse l'Aspasia e chi il datore a Gino d'im– portuni consigli nella Palinod·ia. E il Ranieri gli rispondeva così, come si ha dalla bozza della sua lettera : « Il già amico del Capponi· è iJ frate Niccolò Tommaseo; [Asvasia so ben io] Ma come dirle chi è l'Aspasia senza averne il permesso di lei medesima ? Molte donne al mondo -sono state contente di prendere per il viaggio della posterità la patente di ..... , quando non è stato loro possibile di averne una migliore; ma non è mai cosa da fare senza il loro consentimento. Domanderò dunque destramente se la dama si contenta; e quando sì, ne scriverò immediate a V. S. )). Il consenso della dama non venne; e il Giordani, al quale <e da gran tempo e da molte parti 1;eniva nominata la Fanny Targioni )), sebbe_ne egli non trovava in .lei tutte le circostanze espresse dal poeta, dové rimanersi con la sua curiosil:fà insoddisfatta. Ma il Ranieri non dubitò U:n istante affermare, in una sua lettera confidenziale alla stessa Fanny, che l'Aspasia era proprio lei; e doveva saperlo. BibliotecaGino Bianco
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