Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932
154 C. Linati Son d'ei ragazzotti della Oamarga, questi, o del Oomtat, agilis– simi e ben fatti. In maniche di camicia, pantaloni con cintura e berretto essi corrono e guizzano intorno al torello come un branco di mosconi, tentando strappargli una coccarda. Lo incitano, lo aizzano con grida. Ciascuno di essi reca assicurato nel pugno un ordegno -a cinque punte aguzze e con quello lavora, mena la sua graffiata. La bestia allora s'impenna e a capo basso insegue il rasetewr che agile scappa verso l'assito e con un balzo piomba al di là di quello, al sicuro. Il gioco è monotono ma nello stesso tempo abbastanza diiver– tente. Come preludio, come primo passo alla corrida può andare. Il pericolo poi non è grande, tanto più che il toro non eccitato dal drappo rosso, di solito abbandona presto il suo tormentatore per volgersi verso un altro. Se però, preso da collera subitanea, si ·scaglia con decisione· contro il malcapitato e lo insegue fino all' as– sito, allora grida di spavento si alzano da tutta la folla, grida com– mosse, imprecanti, e che non mi sembrano molto diverse da quelle -che ho udito poco fa in chiesa. Oh Santi, o grandi Santi) pietà di noi) pietà! Quando poi uno dei raseteurs riesce a strappare la coccard'a al toro, allora una salva d'applausi scoppia dia tutta l'arena, e il piccolo jazz issato sopra un palchetto intona puntuale una polca o una marcettina. Durante la seconda fase del programma furono inviati nel– l'arena due tori: e allora si ebbero, moltiplicate per due, la solita rid'da e le solite coccarde contese e strappate. Ma il nuovo venuto, allegro e spassoso come un bambino che si credesse impegnato in una partita di moscacieca, dopo aver inseguito uno d'ei coccardieri fino alla palizzata, come lo vid'e sparire di là volle andar un po' a vedere che succedeva oltre quel misterioso assito, e senz'altro vi .si arrampicò, lo scavalcò e saltò dentro la corsia; lungo la quale ,incominciò a correre e a scorrazzare, in mezzo adl alte grida di :spavento e di allegria dii tutta la gente. E la gente fuggiva da ogni parte arrampicandosi sulla palizzata int\\rna, scappando fuor d'elle porte e rinchiudendole dietro di sé fragorosamente, e quando si trovava al sicuro cercando spaventàre il toro 'con l'agitargli sul muso berretti e fazzoletti. Il torello, fatto al trotto il giro dii tutta la corsia, e non ,si sa bene se con propositi feroci o spassosi anche lui, finiva ad imbroccare una delle porte che mettevano nell'arena, lasciata aperta di proposito, e, quantunque a malincuore ritor- . . ' ,, narv1. Una corrida, come vedete, alla buona. 'Ma a me piacque quasi più dell'altra, ormai nota lippis et tonsoribus, di carattere tutta spagnolesca, mentre questa mi dette a dived'ere più d'ogni altro spettacolo, lo spirito sempliciotto e motteggiatore di questo popolo -del sud!. BibliotecaGino Bianco
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