Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

152 O. Linati Mitra, la chiesa sorge in mezzo alle case, coi muri alti, a picco: difesi da contrafforti sui quali poggiano dei barbacani sormontati da archetti: sopra l'edificio s'inalza una piccola torre esagonale, circondata alla base da un cammino di ronda. Nel complesso è un vero e proprio fortilizio, costruito a quel modo per difendere la chiesa ,da un colpo di mano dei pirati barbereschi che sovente sbar– cavano da quelle parti. Allorché, a furia di gomitate, riuscimmo a varcare la stretta porticciola ed entrare, essa, rigurgitava di popolo. Potemmo met- · terci presso all'altar maggiore e montati sopra una delle sue ba– laustrate dominare la scena, eh' era invero impressionante ed inattesa. Un'enorme moltitudìne di pellegrini ristagnava nell'angusto spazio oblungo della chiesetta marinara a cui davano luce- solo al– cune finestrelle situate in alto, a mo' di feritoie. E in alto e a mezzo le pareti correvano rudi ballatoi su cui stavano, strette, a grappoli, altre persone cantand@ : mentre dal rosone della facciata la luce penetrando inverdita per via d'una vetrata di quel colore che lo ricopriva, pioveva su tutta quella moltitudine un colore tempestoso, temporalesco, che rendeva estremamente drammatica la scena. Un inno cantato in strofe da tutta la gente, in basso ed in alto, occu– pava la chiesa. E ad ogni strofe succedeva una pausa dopo la quale un grido, un disordinato grid'o di giubilo si sferrava da cento gole. Vive Marie! Viv-e Marie! Poi il canto riprincipiava, eguale, po– tente, monotono. Io m'ero cacciato presso un pretaccio dal volto arrubinato che, in pied'i, appoggiato ad una balaustrata dell'altare cantava an– ch'esso. di buona voglia seguendo con l'occhio le strofe dell'inno stampate sopra un libretto c4e teneva in mano. Provai anch'io a ficcarci gli occhi, ma la cupa penombra, che regnava nella chiesa non mi pP.rmise di comprendere altro che si trattava dli un canto religioso popolare, scritto in un vecchio francese .. Intanto dal pozzo ch'era nel mezzo della chiesa, sormontato da un rozzo arco rugginoso, una donna continuava a tirar su acqua in un bicchiere d'.iferro, e la veniva dlistribuendo ai pellegrini che le ac.correvano intorno, a turno, per ..dissetarsi con quell'acqua be– nedetta. E allora pensando che quei canti, qu~lle cerimonie, quel tumultuoso fervore d[ anime duravano cosi ininterrotti :fin dall'alba del giorno prima. io ebbi veramente la sensazione della fede pro– fonda d'i quel popolo, che sapeva al più rude misticismo innestare uno squisito sentimento dell'amore e· della bellez21a. Senonché a dir il vero, tranne il canto e il po~zo io non avevo scoperto nu'lla là dentro che non avessi veduto altrove, che mi desse un'idea ver~e dell'anti~o costume: ma uscendo fuori, poco dopo, sulla piazzetta della chiesa ecco là un' Arlesiana ò'el buon tempo antico. BibliotecaGino Bianco

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