Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932

Taccuino di Provenza 149 l'avviso ch'io ero bene in Provenza, nella patria dell'estro e-della tenerezza obliosa, nel dolce tenimento di una poesia che se non fu grandissima, poche ve ne furono di più vergini, di più fedeli alle inspira,zioni della propria terra. E si può immaginare come dovette sembrar cara ai vecchi Pro"· venzali questa, piana fantastica e sconfinata a cui scendevano le greggi a svernare dalle Alpilles o dalle forre del Luberon, con quella maestà antica e pittoresca che il Daudet d~scrive così meraviglio– samente in una. delle più belle prose di Lettres de mon Moulin: come dovette sembrare cara questa strada, allora polverosa, che a percorrerla ci volevan giornate di cammino, e ci batteva il vento e il sole v'infuriava, ed alla quale i nonni di Provenzil' avevano pian– tato da un lato una fila di cipressi per proteggerla dagli urti d'el rovaio, quei povèri cipres~d che son tutti piegati e scapezzati d'a una parte, oramai, come dei vecchi hid'algi squattrinati, e che allungano obliquamente sulla strada asfaltata le loro ombre romite e pa– rallele. Più in là cominciarono campi di grano. Ora stanno bonificando e, passato. St. Martin de Orau, qualche casale rosseggia sulla distesa sterminata. Ne chiesi più tardi alla donnetta che versava benzina nel mio serbatoio. - Ah, oui) monsieur) c'est fini ici) c'est bien fi;n,i) la Orau .... E dal sospiro di soddisfazione che emise capii che non l'ama– no più. Ammalinconirsi ·sull' abbandono dli questi luoghi dove visse il genio e la poesia di tutto un popolo, che vale? Oggi essi non dicon più niente a nessuno di questi affaccendati uomini, e il ricco vignaiolo che racchiuso nella sua sei cilindri attraversa a cento all'ora questa regione di spiriti, questo delizioso Brocken della Provenza probabilmente maledirà in cuor suo la, Crau per essere così estesa ed inutile e impedirgli di far i suoi affari alla svelta a Aix o a Marsiglia. « L'ho sempre detto io al mio deputato che bisognerà farci passare. una direttissima! >>. PELLEGRINAGGIO IN 0AMARGA. Ci mettemmo in via che piovigginava e lasciata Arles alle spalle s'entrò in una zona di belle campagne: campi di grano, praterie artificiali e soprattutto vigneti ; vaste piantagioni di basse viti a lunghi filari ben verdi e vigorosi, che la maggior parte son tirati su da italiani stabiliti in queste parti. Queste praterie e questi vigneti sono ottenuti a furia di canali o roubinies, come li chiamano qui, che dalla terra espellono il salmastro. Son quasi deserte: vi si vede di tanto in tanto qualche contadino che dà a-equa ai tralci o sar– chia la terra tra filare e filare con un aratro tirato da un cavallo : BibliotecaGino Bianco

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