Pègaso - anno IV - n. 8 - agosto 1932
146 O. Linati zione di stagione :finita, morta. Passato è l'inverno, la stagione classica di questi paesi dell'eleganza e ·dell'amore, i grandi Hòtels son chiusi, i ricchi se ne son andati. La Promena,de, in questa do– menica di caldo primaverile, è presa di'assalto da una genterella di paese, come in una specie di saturnale marino. Sono i servi, ?ono i fornitori dei ricchi. Passano delle Citroen buffe e spennacchiater ·che vanno in gita a Beaulieu, a éannes, ad Antibes, il can barbone in braccio alla signora, ·le canne da pesca lega.te sul parafango. Passano famigliole in nero, vignaioli ed or ticultori, con quello strizzato che ha la piccola borghesia francese del Midì, sparagnina e compatta. A Cannes canotti e critisers si dondlolano sonnacchiosi e candidi nel porticciolo soleggiato, e grandi carra di :fieno passano libera– mente sul Quai ingombrando tutto iJ passeggio. La spiaggia già brulica di bagnanti: nudità di paese, costumi di poca spesa .... E allora, mi chiedo, che fai tu qui magnifica ragazza bionda di dritte sp,alle che guidli la tua Spider americana a braccia nude, la siga– retta fra le labbra roventi e il basco sull'orecchio? In mezzo a quell'immensa parata di eldoradi, che si dispiegano fra Nizza e Hyères mi piacque sopratutto Antibes e l'Estérel. Credo dir cose note. Ma come resistere al pia<?.eredi esprimere la felicità di un pomeriggio dli sole, a maggio, sul promontorio di Nostra Donna die la Garoupe, tra St. Juan Les Pins e Cap d' Anti– bes? Ebbrezza di vita che là scoppia fuori da ogni atomo dl'aria e che ti danno quei luoghi lavorati da un'arte così sottile e antica, accarezzati da un incanto così patetico, in vista di un mare az– zurro come il mare dell'antica Grecia. Dall'a.lto del promontorio guardiamo distendersi d'avanti a noi tutto l'immenso paese dove godono i ricchi della terra. Cannes e Nizza biancheggiano ai lati, in fondo ai loro golfi di delizia, in– torno a noi è tutto un gran riso di mare, di giard!ini, d'orti, di pineti : ecco la montagna odorante di Grasse e là, in fondo, il de– licato fantasma dell'Estérel che ci chiama fra nuvoli. È domenica e sullo spiazzato della chiesa brulica una gente paesana, venuta su in gita dai paesi circostanti. Sedute ad uno dei rozzi tavoli dell'osteria quattro midinettes ciarlano e ridono fra l?r? masticando sandwiches e sorseggiando una limonata; altre, più v1cme, si mettono a vicenda dei rametti di gaggia nei capelli. Vien su d'a tutta ·1a penisola l'odore forte dei pini delle fragole e dei tamerisci in fiore. Anche la chiesetta fa affari.' La gente va e viene nel suo piccolo androne sulla soglia del quale uno storpio tie:ri ban– carella di imagini e di candelotti. Curiosa chiesetta marinara. Da una parte, in una mezza sacrestia stanno appesi, come voti, delle stampelle, delle grosse funi polverose, delle fasciature di braccia .... BibliotecaGino Bianco
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